il fenomeno

Lupi, in 5 anni il numero di animali predati in Alto Adige è quasi decuplicato

L’assessore Schuler: “La situazione diventa sempre più critica. L’abbattimento tra gli interventi possibili”

LA DECISIONE. Abbattimento dei due lupi sui Lessini, il Tar di Trento rigetta le istanze di sospensiva degli animalisti



BOLZANO. "La situazione diventa sempre più critica e in ogni caso dobbiamo trovare una soluzione, una delle quali può essere una misura di prelievo". Lo ha detto l'assessore all'agricoltura e foreste della Provincia di Bolzano, Arnold Schuler, commentando i dati sulla presenza del lupo in Alto Adige.

Le statistiche parlano di 56 animali predati nel 2018, aumentati di anno in anno fino ai 517 del 2022 ed ai 145 dei primi sette mesi del 2023: è il dato che meglio descrive l'evoluzione della popolazione di lupi in provincia di Bolzano, più che il numero dei predatori accertati - che lo scorso anno erano più di 50 - che è sempre il risultato di una stima.

"A differenza che in Trentino - ha spiegato Schuler - in Alto Adige non abbiamo branchi, più stabili e legati ad un territorio, ma lupi singoli o in gruppi di due o tre che si muovono molto". Su questa base, la giunta ha approvato il regolamento di esecuzione della legge provinciale del 13 giugno scorso su "Aree di pascolo protette e misure per il prelievo di lupi", con cui si stabiliscono i criteri e le condizioni che rendono possibile il prelievo di esemplari problematici. Questi fanno riferimento alla gravità del danno provocato, allo stato di conservazione della popolazione di lupi (per la quale, ha sottolineato Schuler, l'Ispra concorda nel prendere a riferimento il territorio regionale) ed alla possibilità di alternative valide, quali misure di protezione. A questo proposito, il regolamento stabilisce anche a quali condizioni tali misure (reti di protezione, presenza continua dei pastori e di cani da guardia) siano ragionevoli e possibili.

"Dal punto di vista giuridico, ora sono stati compiuti i passi importanti per poter prelevare anche dei lupi. La legge provinciale stabilisce che per consentirlo devono essere designate aree di protezione del pascolo, mentre il regolamento di esecuzione disciplina le modalità di designazione di queste aree di protezione", afferma l'assessore Schuler. Il regolamento attuativo comprende i criteri fissati dal direttore della Ripartizione foreste per la designazione delle aree di protezione del pascolo, le modalità di segnalazione dell'attività di dissuasione e di allontanamento del lupo e le modalità di monitoraggio dello stesso. Di conseguenza, i pascoli alpini sono designati come aree di protezione dei pascoli se le recinzioni su larga scala, la pastorizia permanente con o senza cani o l'uso di cani da guardia non sono possibili per ragioni oggettive (terreno, ragionevolezza tecnico-economica). Ciò vale, ad esempio, per i pascoli attraversati da escursionisti, ciclisti o selvaggina: le aperture nelle recinzioni potrebbero essere lasciate aperte. Un altro criterio è quello dei pastori o dei cani da pastore: un alpeggio diventa una riserva di pascolo se non ci sono almeno due pastori in servizio e se non è prevista una sistemazione adeguata per loro. Anche i cani da pastore hanno bisogno di un alloggio protetto. Se questo non è disponibile, l'alpeggio viene dichiarato area di protezione del pascolo. I lupi sono monitorati dall'Ufficio caccia e pesca in collaborazione con gli agenti venatori. Il monitoraggio è pianificato su diversi percorsi: le tracce dei lupi (feci, urine, peli, saliva) vengono valutate e tipizzate, vengono registrati gli avvistamenti e l'ascolto degli ululati, e sono presenti trappole fotografiche e stazioni trasmittenti. 













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