Addio a via Cadorna, 4 donne in lizza per prenderne il posto 

Odonomastica. In consiglio la nuova denominazione della strada intitolata al controverso generale di Caporetto Il consesso dovrà scegliere tra Elena Stern De Salvo, Aliza Mandel, Anita Pichler e Mathilde von Schwarzenberg


Sara Martinello


Merano. Ci sono voluti due anni e mezzo, alla Sinistra Ecosociale, perché avesse un seguito la sua mozione sul nome del generale «corresponsabile di 350 mila processi nei tribunali militari, di 700 mila caduti italiani, di decine di migliaia di invalidità o morti sopraggiunte anche dopo la fine delle ostilità, corresponsabile della storiografia del “nemico” e dell’“eroe” atta a mantenere il conflitto nazionalistico», cucita su ventenni male equipaggiati e male addestrati che morirono per il freddo, per le ferite, per la fame.

Se mercoledì sera il consiglio comunale riuscirà ad accordarsi su uno dei quattro nomi proposti dalla commissione odonomastica, via Cadorna a Merano non esisterà più, come già in diverse località italiane. La piccola Elena Stern De Salvo, bambina vittima del nazifascismo, l’artista ceca Aliza Mandel, la scrittrice Anita Pichler e la principessa Mathilde von Schwarzenberg le figure tra le quali i consiglieri sono chiamati a scegliere.

Una lunga storia.

È la fine del 2017 quando il consigliere David Augscheller elabora una mozione per la ridenominazione di via Cadorna. Auspicando «un cambiamento odonomastico che tenga conto dei valori democratici e pacifisti e della pacifica convivenza nel nostro territorio», Augscheller spiegava che «di Luigi Cadorna si deve parlare nei testi di storia, ma il suo non può essere un nome da onorare. Non si possono processare le ingiustizie storiche, ma possiamo smettere di onorarle». La mozione è un successo, l’11 gennaio 2018. Solo l’assessore Nerio Zaccaria vota contro. Ad Augscheller arrivano messaggi di approvazione da più parti d’Italia, soprattutto dal Friuli. Anzi, ne scrive anche il Primorski dnevnik, il quotidiano triestino in lingua slovena.

Il contesto.

A più di due anni di distanza, la relativa delibera oggi approda sui banchi del consiglio comunale al primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta. Per il consigliere, figlio di una siciliana e di un sudtirolese e membro di un’assemblea – la Sinistra Ecosociale – in cui si sente parlare più spesso in italiano che in tedesco, è «un atto liberatorio». Come lo si interpreta, dopo le manifestazioni di Black Lives Matter? «Un monumento va contestualizzato, ma una strada è un altro discorso – risponde Augscheller –. Una via è parte del nostro quotidiano, per chi ci nasce poi è un posto con un nome percepito in modo più “scontato”, più naturale. Perciò va messo il nome di qualcuno che comunichi i valori sui quali si fonda la nostra città».













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