Turismo

Alberghi, pioggia di disdette nel meranese e in Venosta: «Chiudere sarebbe devastante» 

Hansi Pichler, Obmann dell’Hgv Merano-Venosta: «Per Natale e Capodanno abbiamo retto, grande  preoccupazione per le prenotazioni dopo l’Epifania». E grava un nodo: il rinnovo del contratto dei dipendenti



MERANO. Le prenotazioni ci sono. Ma purtroppo anche le disdette. Che non sono poche. C'è timore fra gli albergatori del Meranese e della Venosta per quello che potrà accadere dopo l'Epifania. L'incubo della pandemia si sta facendo sentire. In maniera drammatica. Lo sostiene anche Hansi Pichler, responsabile per l'Hgv della zona di Merano e della Venosta nonché presidente di Idm. «La situazione al momento è tutto sommato egregiadice Pircher - sia nei paesi del Burgraviato che della Venosta. Un po' meno confortante è lo stato delle cose nella città: Merano è la conferma delle difficoltà in corso. I turisti non mancano anche se sono molti meno rispetto a due anni fa, come dimostrato anche dal Mercatino di Natale. C'è paura per la pandemia in atto e per i provvedimenti che vengono annunciati se la situazione dei dati dovesse peggiorare».

I grossi timori sono dal 6 gennaio in poi? «Proprio così. Le disdette che come albergatori abbiamo ricevuto sono davvero numerose: la gente ha paura e noi non possiamo far nulla per migliorare una situazione che, psicologicamente, è difficile da affrontare».

Nelle varie strutture ricettive che sono aperte in questo periodo, i controlli del green pass sono una costante. Come pure l'attenzione del personale nei confronti della sicurezza del cliente. «Ma tutto questo - aggiunge Pichler - non è sufficiente. Il turista ha paura, non è tranquillo e lo si vede. Per Natale le cose sono andate benino, lo stesso vale per Capodanno. Ma dopo l'Epifania saranno guai grossi. Perché le prenotazioni scarseggiano e le disdette aumentano ogni giorno. Tra l'altro abbiamo il problema del personale con il quale abbiamo stipulato un contratto e termine, legato appunto alle disposizioni del governo in merito alla pandemia. Non voglio neppure pensare a ciò che accadrà se saremmo costretti a chiudere gli alberghi. Per noi sarebbe veramente un disastro dover rinunciare ad ospitare i turisti per la seconda Pasqua consecutiva. Ma la variante Omicron sta imperversando e ciò non ci fa dormire certo sonni tranquilli».

Oggi regna l'incertezza. Tanta. E fioccano le telefonate di disdetta. Che quest'anno sono più dannose dello scorso anno. Nel dicembre 2020 gli albergatori e i ristoratori sapevano che sarebbero rimasti con numeri ridotti. Quest'anno no e quanto previsto, anche come magazzino di prodotti, a novembre 2021, oggi è impossibile da ammortizzare. È indubbio che il dato sanitario è principale. Il dato economico, con una decrescita improvvisa dettata da disdette e mancanza di prenotazioni, dall'impossibilità di arrivare dall'estero, richiede, anche su istanza in queste ore delle organizzazioni di categoria, un impegno politico forte.

«Siamo inermi di fronte a questa quarta ondata» conclude Pichler. «E comunque sappiamo che la montagna, con mascherina e altre protezioni imposte dalle normative, è un quadro di minor potenziale di diffusione del contagio rispetto ad altre situazioni dove si concentrano molte persone. Non resta che sperare. Ma lo ribadisco: siamo molto preoccupati». E.D.













Altre notizie

Podcast / Storia

Il Trentino nella Grande Guerra: un fremito dal Trentino irredento

La guerra infuria in Europa, gli uomini tra i 16 e i 50 anni sono al fronte, mentre l’Italia fa i conti con una disoccupazione crescente. In Trentino, come altrove, si dibatte sulla neutralità italiana, criticata dagli “energumeni della parola”. Tra le voci più sonore, quella della fazione che si batte per la “redenzione”, la liberazione dal giogo austriaco.

Attualità