Alla Sant’Anna 5 positivi nel nuovo reparto Covid 

Emergenza sanitaria. Nella clinica di Maia Alta è operativa l’area separata con 23 posti letto  Si tratta di pazienti preospedalizzati a Merano e a Silandro, curati dal personale della struttura 


Ezio Danieli


Merano. Il sopralluogo del primario di geriatria christian wenter ha avuto esito positivo e da qulche giorno il reparto al primo piano della casa di cura sant’anna, in via cavour, ospita i primi cinque ammalati positivi al tampone del coronavirus. si tratta di pazienti preospedalizzati, a merano e silandro, che hanno bisogno di ossigenoterapia.

Un rapido cambiamento.

Ciò ha comportato per la clinica un rivoluzionamento nella struttura che è stato risolto rapidamente e in modo funzionale alle nuove esigenze della sanità. Confinare in un reparto tutti i pazienti potenzialmente contagiosi e trattarli con la massima attenzione con le stesse procedure ospedaliere dei reparti di malattie infettive non è stato semplice. Ma tutto si è risolto in modo ottimale, consentendo di isolare le persone positive e sintomatiche e di gestire il tutto come da programma.

Operatori attrezzati.

Il personale opera come in tutti i reparti Covid istituiti nelle ultime settimane per far fronte all’emergenza. Gli operatori sono tutti dotati di mascherine adatte al difficile compito, indossano la tuta d’ordinanza, hanno un ingresso separato – tra l’altro è stato eretto un muro in cartongesso per separarli ulteriormente da altri luoghi della clinica – e un’uscita dedicata sul retro della struttura attraverso la quale, dopo essersi cambiati in un apposito locale, possono lasciare il posto di lavoro.

A disposizione dell’Asl.

«Abbiamo predisposto tutto per evitare ogni tipo di contagio – dice il direttore della Sant’Anna Stefano Crespi –, favoriti in questo anche dalla particolare conformazione della casa di cura». La clinica Sant’Anna di via Cavour ha messo a disposizione della stessa Asl l’intero reparto di medicina che ha, complessivamente, 23 posti letto. Il reparto può ospitare gli ammalati che hanno bisogno di ossigeno. Per quelli che abbisognano di ventilazione il discorso non si pone: tocca alla struttura ospedaliera occuparsi di loro. «Viviamo un momento di emergenza ed è giusto che anche la nostra casa di cura intervenga per cercare di superarla. Per noi è un sforzo notevole – dice ancora Crespi – perché dovremo iniziare a rivedere il programma di turnazione del personale, che sarà oberato da un lavoro intenso. Sarà un surplus di impegno, ma lo facciamo con senso del dovere perché il virus lo si combatte tutti assieme».

Inalterato il resto.

I pazienti che sono ospitati ora nel reparto di medicina della Sant’Anna necessitano di un breve periodo di ossigenoterapia nel corso di una riacutizzazione della malattia. Il resto della casa si cura è rimasto inalterato. Al piano superiore c’è il reparto dedicato ai pazienti postacuti e di medicina tradizionale. I percorsi e il personale dei diversi reparti sono stati modificati e separati. Tutti gli operatori della casa di cura sono stati dotati dei necessari accorgimenti già all’inizio della fase emergenziale. Resta operativa la struttura del centro di chirurgia Sant’Anna, che è del tutto separata e sottopone i pazienti prima dell’ingresso ai test tipici di un triage.

La collaborazione con l’Asl.

Oltre al nuovo reparto da 23 posti letto per pazienti stabili Covid-19 (in convalescenza) messo a disposizione dell’Azienda sanitaria, che avrà una durata solo provvisoria, sono diverse le novità introdotte nella casa di cura cittadina nel corso dell’ultimo anno. «Abbiamo ampliamo molto i servizi, soprattutto quelli in collaborazione con l’Azienda sanitaria. I rapporti con la direzione strategica territoriale dell’Asl sono infatti frequenti e intensi ed è finalmente possibile pianificare l’attività organizzandosi in funzione del fabbisogno dell’Azienda», conclude Crespi.













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