Borgo Vittoria, depositi e posti auto dietro le case 

Urbanistica a Sinigo. Modificato il Piano di recupero per regolarizzare le strutture alle spalle delle abitazioni sul lato nord della piazza. Terreni innalzati per tutelarsi dalla falda acquifera 


Simone Facchini


Merano. Alle spalle degli edifici del lato nord di piazza Vittorio Veneto, il cuore di Sinigo, i proprietari potranno realizzati depositi e tettoie per automobili. Di fatto già esistono: la modifica al piano di recupero approvato dalla giunta comunale è un altro passo per regolarizzare una situazione che si trascina da tempo. Ripresa in mano alcuni anni fa dall’amministrazione, aveva creato malumori fra i proprietari che erano andati a recuperare autorizzazioni vecchie decenni rilasciate dagli assessori d’allora, per presentarli alla ricerca di una pacificazione che ora è a portata di mano. Anche se rimane ancora da affrontare l’analoga situazione, forse anche più spinosa, alle spalle dei caseggiati sul lato sud della piazza considerata il simbolo della frazione, dove le strutture retrostanti alle abitazioni sono col tempo divenute essenziali per gli inquilini.

Abusivismo.

Nella stesura del piano di recupero, l’architetto Giorgio Marchi aveva individuato diffusi profili di abusivismo nelle strutture alle spalle delle case che delimitano la piazza su due lati. Ma l’amministrazione non ha voluto usare il pugno duro, forse anche per evitare di aggrovigliarsi in un ginepraio di ricorsi. Con una lunga opera di taglia e cuci ha invece gettato le basi per consentire ai proprietari di mettersi in regola. I privati, affidandosi a suoi professionisti, hanno fatto la loro parte. La recente integrazione del piano di recupero, completata da disposizioni che tutelano l’aspetto idrogelogico tanto delicato a Sinigo, permette ora ai proprietari di ottenere le concessioni edilizie per sanare le strutture o, a seconda dei casi, di abbatterle (alcuni lo hanno già fatto) e ricostruirle. «Non è una modifica minore - ha fatto osservare Nicola De Bertoldi, responsabile dell'Ufficio urbanistica del Comune - come si potrebbe forse pensare dalla stringatezza dei documenti tecnici. Il provvedimento consente infatti ai proprietari delle superfici di fare un decisivo passo in avanti per la realizzazione delle costruzioni previste nella parte nord della zona, depositi e tettoie per automobili, a lato di via XXIV Maggio. Ma non solo: questa modifica, proposta dai proprietari ed elaborata di concerto con l'amministrazione comunale, prevede un leggero innalzamento delle superfici dove verranno realizzate queste costruzioni così da allontanare le stesse, in via cautelativa, dalla falda acquifera».Il provvedimento ha ottenuto il parere positivo anche da parte dell'ingegner Ronald Patscheider, incaricato a gennaio di quest'anno di progettare le opere idrauliche necessarie a garantire i deflussi superficiali e di rendere più efficiente la rete di smaltimento delle acque meteoriche a Sinigo.

Subito le concessioni edilizie.

«Abbiamo raccolto i suggerimenti e le richieste pervenute dai proprietari e trovato insieme una soluzione urbanistica sensata» commenta Madeleine Rohrer, assessora all’urbanistica. «Gli sforzi fin qui compiuti stanno dando i loro frutti. Abbiamo sempre lavorato considerando il quadro d'insieme della situazione e tenendo sempre ben presente la questione della falda idrica. Le condizioni poste per l'utilizzo di queste superfici sono quanto di meglio si potesse prevedere nel rispetto della zona e delle sue particolari caratteristiche. Ora che il piano è stato adattato anche nei dettagli sulla base di ragionevoli esigenze, i proprietari possono chiedere da subito il rilascio delle concessioni edilizie per la concreta realizzazione delle opere previste».

E ora tocca al lato sud. Dove il quadro è più complicato, se non confuso. Tante sono le discrepanze fra le proprietà fondiarie e la titolarità dei manufatti. Inoltre si tratta di un numero complessivo di strutture ben maggiore. Anche la situazione della falda acquifera è più preoccupante. La speranza dell’amministrazione è che i privati possano seguire il percorso dei dirimpettai del lato nord e appianare la strada verso la regolarizzazione che necessariamente, anche in questo caso, dovrà passare attraverso un ritocco del piano di recupero.













Altre notizie

Attualità