Comune a caccia di nuovi habitat per volatili e rettili 

Merano vuole diventare una città «a misura di animali» «La biodiversità dell’ambiente urbano è una risorsa»


di Simone Facchini


MERANO. Non solo cani e gatti: Merano vuole essere sempre più città a misura di animali e va alla ricerca di uccelli, rettili, micromammiferi, insetti. Lo farà attraverso una serie di misure dai costi contenuti, già dall’anno prossimo. In particolare creando loro habitat ideali per prosperare. Idea strampalata? Gli studi direbbero il contrario a partire da quello affidato dal Comune al naturalista Mauro Tomasi nel 2016 (studio Pan), già autore nel 2013 – sempre su incarico di via Portici – di un progetto per la rivalutazione ecologica del bosco fluviale di Lazago. «Il lavoro di Tomasi - spiega Madeleine Rohrer, assessora all'ambiente e all'urbanistica - da poco presentato in giunta comunale, vuole costituire una prima tappa di quello che si auspica diventi un processo di integrazione tra pianificazione urbanistica, protezione della natura e gestione degli spazi verdi, cosicché la ricchezza in fauna e flora del contesto cittadino possa venire sostenuta e incentivata coerentemente alla tradizione di Merano come città giardino».

L’idea parte dal presupposto secondo cui più ricerche dimostrano come le città siano un oasi di biodiversità. Questo grazia all’alternarsi di differenti ambienti, a differenza della “monotematicità” delle aree coltivate circostanti. Il contesto urbano sarebbe un importante rifugio per piante rare e minacciate.

Come pensa di intervenire, il Comune, per difenderle? Un primo intervento era stato annunciato al momento dell’abbattimento di una quarantina di pioppi a Sinigo, nella striscia fra campo sportivo e via Nazionale. Qui è in arrivo una fascia di cespugli e arbusti di 1.700 metri quadrati, con l'impiego di circa 35 specie autoctone, già finanziata con 9 mila euro dal Fondo del paesaggio provinciale.

Già, ma ci troviamo comunque piuttosto discosti dalle case mentre. Altri interventi riguarderanno più da vicino gli edifici. Verrà incentivata la realizzazione di “tetti verdi biodiversi”, coperture con verde pensile che, oltre a fungere da isolanti termici e acustici, possono costituire un habitat per diverse specie sia animali sia vegetali. Sarà programmata l'installazione su edifici di cassette nido per rondini e pipistrelli (nemici naturali delle zanzare, ricorda l’amministrazione), integrate nella struttura muraria o posizionate sulle pareti esterne; s’intende sostenere l'impiego di materiali antiriflesso, retinati, scanalati, laddove l’installazione di pannelli trasparenti o riflettenti possa costituire un pericolo di collisione nelle traiettorie dei volatili.

Altra misura prevista è l'impianto di siepi caratterizzate da un alto numero di specie, con fioritura e fruttificazione diversificata, in modo da ospitare varie specie di piccoli animali. Ma anche la realizzazione di prati fioriti, come voleva essere quello del “parco fantasma” all’interno del campo di polo all’ippodromo.

Non solo opere sul campo per sostenere il progetto ma anche norme e direttive: negli uffici municipali con deleghe a urbanistica e ambiente si sta lavorando allo sviluppo di specifici indici da inserire nel Regolamento edilizio comunale allo scopo di valutare la sostenibilità ecologica degli interventi di pianificazione e progettazione degli spazi urbani.













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