Coronavirus e ambiente, il professor Giordano parla a Guiglia

Merano. Federico Guiglia incontra e intervista il professor Antonio Giordano, scienziato fra Stati Uniti e Italia e membro del Comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità: prosegue l’attivi...



Merano. Federico Guiglia incontra e intervista il professor Antonio Giordano, scienziato fra Stati Uniti e Italia e membro del Comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità: prosegue l’attività (online) dell’Accademia studi nell’ambito dei “Dialoghi a Merano”.

«La partita con il Covid-19 penso che possa essere considerata vinta. L’uomo, la tecnologia e il buonsenso si stanno dimostrando molto più forti del virus». Parla lo scienziato Antonio Giordano, tra i massimi ricercatori italiani negli Stati Uniti, intervistato in video-conferenza da Federico Guiglia nell’ambito degli incontri già caricati su Facebook e promossi dall’Accademia di Merano.

Il professor Giordano, che dirige l’Istituto Sbarro per la ricerca sul cancro e la medicina molecolare a Philadelphia, dove insegna biologia alla Temple University - ed è anche docente ordinario di anatomia e istologia patologica all’Università di Siena-, ricorda che il «90 per cento delle patologie sono legate all’ambiente che, specie nell’era globale col grande movimento delle persone, ha un’influenza determinante sulla nostra salute. Il punto chiave è risanare l’ambiente, curare la nostra casa, cioè la Terra». Secondo il professor Giordano, di recente nominato membro del Comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, l’arma segreta per battere il virus, «che potrebbe tornare, però in una forma molto più blanda», non sarà il vaccino, «una munizione utile, ma non tutti i vaccinati potranno essere immuni», bensì «lo sviluppo di farmaci che andranno a combattere le sintomantologie più gravi che portano alle tante morti che abbiamo visto. E che già oggi riescono a frenare la sintomatologia agli inizi». Ma che cosa l’ha più colpito dell’epidemia? «Non l’imprevedibilità di un agente infettante come il coronavirus, ma la limitazione dell’uomo che non ha saputo rendersi conto della gravità del contagio, favorendo il desiderio economico a discapito della salute. Ancora una volta la ricerca è stata messa in secondo piano. Ma della pandemia si conosceva da tempo l’esistenza». «Adesso vedo positivo» conclude Giordano. «Abbiamo la contezza del virus e serie conoscenze scientifiche e di comportamento per affrontarlo. Ma l’azione preventiva e la cura dell’ambiente saranno fondamentali».















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