Dagli alpini meranesi mano tesa a Bergamo 

Il gesto di solidarietà. Il gruppo ha donato i profitti dello stand gestito ai Mercatini di Natale  Dieci mila euro alla protezione civile dell’Ana, in prima fila nell’apertura del nuovo ospedale


Simone Facchini


Merano. «È sempre andata così: non siamo noi a scegliere chi aiutare, sono i fatti a indicarcelo». Alfredo Torneri, capogruppo delle penne nere meranesi, ha depositato sul conto corrente aperto dall’Ana Bergamo per l’emergenza Covid-19 i profitti dell’attività ai Mercatini di Natale. «Diecimila euro, serviranno per l’acquisto di materiali e presidi sanitari. È il nostro modo per far sentire loro la nostra vicinanza».

Viaggio nella solidarietà.

Da anni il gruppo alpini Merano impegna i guadagni della vendita durante l’Avvento di vin brulé e caldarroste in aiuti. Cercano di viaggiare a fari spenti, ma a illuminarli ci pensa la gratitudine che si manifesta in chi riceve.

Attivando i contatti all’interno della rete Ana, negli anni i contributi delle penne nere meranesi hanno aiutato Arquata del Tronto e Paganica nel centro Italia martoriato dai terremoti, così come Olbia e Massa Carrara inondate dalle alluvioni. Per sostenere la ricostruzione di strutture utili alla comunità o alleviare le difficoltà economiche delle famiglie colpite dalle conseguenze di calamità naturali o da incidenti. Negli ultimi anni anche a Dimaro e a Bolzano.

«Quest’anno stavamo compiuto delle perlustrazioni quando è esplosa la pandemia» spiega Torneri. Ha colpito più duro nel Bergamasco, dove per numeri e attività l’Ana è sezione leader a livello nazionale. La loro organizzazione interna di protezione civile volontaria è incredibile. Sta operando in prima linea sin dal primo momento, in particolare nella costruzione dell’ospedale da campo all’interno del complesso fieristico della loro città». Intervento in fase di completamento nelle ultime ore: la struttura sarà gestita dall’azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII in collaborazione con Emergency, ci lavoreranno anche medici arrivati da Cina e Russia.

Gratitudine.

In una mail inviata a Giovanni Ferrari, presidente dell’Ana Bergamo, Torneri ha ricordato quando nel 2012, in occasione dell'Adunata a Bolzano, i meranesi avevano potuto apprezzare l’efficienza del gruppo di protezione civile degli alpini bergamaschi impegnati nella realizzazione dell’area camper e tende all’interno della caserma Rossi di via Palade, proprio a Merano. Ferrari ha risposto con parole di gratitudine e la promessa di un incontro. Nel quale confida anche Torneri, visto che il pretesto c’è già. «Da quasi un anno - dice il capogruppo meranese - stavamo lavorando alla nostra rassegna corale: era in programma per il 28 marzo. Il virus ci ha costretto al rinvio. Parliamo di spostamento, non annullamento. Per ora abbiamo bloccato il Puccini per il 30 maggio, vediamo come si evolve la situazione. E sapete chi era la formazione ospite? Il coro alpino Orobica, che sarebbe salito con 45 elementi. Ma ci rifaremo. Ci ritroveremo». Per chiudere il cerchio.

Adunata.

Assieme al concerto canoro, l’emergenza ha scombussolato tutto il calendario delle attività sociali dei veci. Cancellata la partecipazione all’Adunata nazionale a Rimini, prevista il secondo weekend di maggio: era pronto il mini-esodo di 44 penne nere meranesi. Il coro alpini Merano avrebbe cantato nella chiesa Sacro Cuore di Gesù di Miramare. L’Adunata, nel frattempo, è stato spostata alla seconda metà di ottobre.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità