Detraeva gioielli e lingerie: commercialista nei guai  

La verifica. Per le Fiamme gialle il professionista ha occultato al fisco 700 mila euro in 4 anni Contestata al consulente anche l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti 



Merano. Forse perché era del mestiere pensava di passarla liscia. Ma è andata diversamente a un commercialista meranese al quale la Guardia di finanza contesta 700 mila euro di deduzioni in quattro anni. In questo importo anche false fatture per 80 mila euro che il professionista si era “costruito”: per quest’accusa nei suoi confronti è scattata una denuncia alla Procura per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Borse, gioielli e lingerie.

Dai costi per la manutenzione del giardino privato alle spese per l’utilizzo dell’autovettura personale, fino all’acquisto di borse firmate, gioielli, raffinata lingerie e biglietti per l’ingresso alle partite del Bayern all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. Un elenco piuttosto variegato. Il tutto per un importo complessivo di oltre 700 mila euro, che secondo le Fiamme gialle di Merano un professionista si è indebitamente portato in deduzione nelle dichiarazioni fiscali relative agli anni d’imposta compresi dal 2014 al 2017. Per buona parte della somma in questione non c’era neppure documentazione.

Fatture false.

È quanto riscontrato dalla Guardia di finanza a seguito di una verifica fiscale svolta nei confronti di un commercialista con uno studio ben avviato a Merano. L’attività ispettiva, spiega una nota delle Fiamme gialle, è da inquadrarsi nell’ambito degli ordinari controlli amministrativi svolti nei confronti degli esercenti di arti e professioni. Nella circostanza ha consentito ai finanzieri di accertare che il professionista, al fine di ridurre ulteriormente il carico di imposte da versare all’erario, si era anche “costruito” fatture completamente false per circa 80 mila euro. Si riferivano a ipotetiche consulenze fornite da una società che, tuttavia, era praticamente inattiva da circa cinque anni. Per questo aspetto è scattata la denuncia del consulente alla Procura della Repubblica di Bolzano per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Si tratta di reati che prevedono, in caso di condanna, la pena della reclusione da un anno e mezzo a sei anni.

Fatturazione elettronica.

«Questa verifica è figlia di una dettagliata ricostruzione analitica della contabilità del professionista» spiega il capitano Fabio Quagliarini, comandante della compagnia della Guardia di finanza di Merano. Che aggiunge: «Con la fatturazione elettronica progressivamente potremo intercettare in modo più rapido forme di frode fiscale». Con questo strumento, i rapporti economici tra operatori professionali (imprese e professionisti) sono ora tracciati in tempo reale e conservati in un archivio informatico, accessibile all’amministrazione finanziaria. La disponibilità delle informazioni potrà far emergere tutte le transazioni “a rischio”, tra cui quelle che vedono coinvolti imprenditori non in regola con gli obblighi dichiarativi e/o di versamento oppure soggetti non operativi, e cioè in liquidazione, soggetti in fallimento, cessati. SIM













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