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«Ho sparato per difendermi», il 36enne libero dopo due giorni 

L’inchiesta. Il piccolo imprenditore edile, di nazionalità kosovara, ha accettato di patteggiare: rischia almeno due anni. Ha una ferita alla testa e 26 punti. In passato era stato denunciato a sua volta per minaccia aggravata con un’arma da taglio 


massimiliano bona simone facchini


MERANO. Il 36enne kosovaro che sabato alle 18 ha sparato (in aria) diversi colpi di pistola in piazzale Prader, vicino alla stazione, creando panico tra i residenti è già libero. Ieri la gip Elsa Vesco ha dato il suo benestare alla scarcerazione a fronte della disponibilità dell’imputato di patteggiare per ricettazione (la pistola è risultata rubata) e porto abusivo di armi. «La condanna dovrebbe attestarsi attorno ai due anni», spiegano Nicola Nettis e Corrado Faes, legali del piccolo imprenditore edile che risiede da tempo nel meranese.

L’imputato: «Ho sparato per difendermi».

Curioso e preoccupante al tempo stesso il retroscena dell’intera vicenda che non consente di escludere un (tentato) regolamento di conti o una lite tra bande rivali. «Ho sparato in aria solamente per difendermi»: ha detto il 36enne ai suoi legali. «Il nostro cliente ha una ferita alla testa, compatibile con un’aggressione, e già in passato era stato colpito al capo, come testimoniamo i 26 punti di sutura che già aveva. Ieri ha ammesso, in ogni caso, le sue responsabilità davanti al gip per quanto avvenuto sabato nel piazzale Prader. Ha sparato in aria (con un’arma risultata rubata ndr), sbagliando, per paura di essere aggredito, come già avvenuto in passato».

Il 36enne era stato denunciato per minaccia aggravata.

L’imprenditore edile residente a Merano, titolare di una società, non è peraltro uno sconosciuto per le forze dell’ordine. Ben prima dell’episodio di sabato era stato denunciato con l’accusa di minaccia aggravata, dovuta all’uso di un’arma da taglio. Restano ancora da definire i contorni dell’intera vicenda ma sui fatti stanno indagando i carabinieri.













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