Merano

Il writer misterioso in azione sulla tribuna di Maia 

Le scritte inneggianti alla libertà (ma senza precisi riferimenti) sono apparse all’ippodromo sulla falsariga di quelle dipinte sul ponte pedociclabile presso la confluenza


Jimmy Milanese


MERANO. C'è mistero attorno alle due frasi apparse poco tempo fa sulla facciata esterna della tribuna maggiore dell'ippodromo. «Un giorno la battaglia contro il tempo finirà. La tristezza e l'odio passeranno. La foresta che piange si sveglia dal buio. Lo Starchild vive, non solo nei miei sogni, oltre il sole scuro fino a una bella morte. Libertà!». Questo, il tenore di quanto un ignoto writer ha scritto in nero e in lingua inglese sul versante delle tribune di Maia che danno verso il parcheggio dell'ippodromo. «Writer gentiluomo» lo ha ribattezzato Ancilla Patrizia Orio, direttrice amministrativa della Merano Galoppo, avvisata da alcuni operai circa la presenza di queste scritte. Per eseguire i suoi “murales” l'ignoto writer deve per forza aver ha scalato le tribune, mentre con certezza ha divelto una porta di accesso al tetto, scusandosi però per il danno provocato, appunto, scrivendo sull’accesso scassinato “Mi scuso per avere rotto la porta”.

Il precedente.

Queste le scritte apparse recentemente all'ippodromo, dopo quelle che da diverse settimane si possono leggere sul ponte ciclopedonale sul Passirio che da via Marlengo permette di raggiungere via Lido all'altezza della confluenza. La mano sembra essere proprio la stessa, così come il refrain: Libertà.

Da quello che fino ad ora ha scritto in città nei due luoghi scelti, l'autore non sembra voler fare riferimento a qualche ideologia o essersi ispirato a qualche forma di protesta sociale o rivendicazione. Piuttosto, il suo messaggio indica una qualche forma di disagio verso la vita, magari riprendendo a grandi linee alcuni spezzoni di brani musicali.

La firma.

«FikFikBoom» sembrerebbe essere la firma di questo «artista gentiluomo» il quale per esibire la sua abilità ha però scelto un luogo storico di Merano, l’ippodromo, protetto dalle Belle Arti. Sul da farsi è ancora Orio che spiega: «Abbiamo avvisato immediatamente la polizia e il Comune di Merano, chiedendoci allo stesso tempo come sia stato possibile realizzare una scritta in quel posto specifico della tribuna, su una parete che si sviluppa a strapiombo. Ora dobbiamo decidere cosa fare, perché la stagione è alle porte (le prime corse sono in programma domenica 16 maggio, per l’accesso al pubblico non ci sono ancora certezze, ndr) e tra le varie ipotesi c'è anche quella di non rimuovere le scritte, visto che questo potrebbe indurre l'autore a ripresentarsi», spiega Orio che aggiunge: «Il problema è che quelle scritte peraltro criptiche non hanno nulla a che vedere con l'attività dell'ippodromo e comunque deturpano la facciata».

“Starchild”.

Il mistero del murales s'infittisce infatti sia sull'identità dell'autore sia sul significato del testo, quando ad un certo punto fa riferimento allo “Starchild”, vale a dire il nome dato dallo scrittore americano Lloyd Pye al teschio ritrovato nel 1930 all'interno di una miniera messicana e che diede vita a un filone letterario definito “Alternative knowledge” (conoscenza alternativa) che si esprime proprio con caratteri neogotici del tipo di quelli apparsi all'ippodromo. Fu proprio Pye a sostenere che il teschio Starchild fosse un ibrido umano-alieno, generando così una serie di speculazioni e un alone di mistero che nel mondo si rinnova, appunto, con l'apparizione di murales eseguiti nel bel mezzo della notte, come quello di Maia.













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