Meranarena, Marangoni amministratore unico 

La inhouse comunale. L’uscita di due consiglieri in pochi mesi ha fatto decadere il Cda L’avvocato, presidente negli ultimi quattro anni mezzo, guiderà la società fino ad aprile 2022


Simone Facchini


Merano. Cda decaduto, Guido Marangoni amministratore unico fino ad aprile 2022. Le dimissioni di due consiglieri su quattro nel giro di pochi mesi hanno provocato uno scossone all’interno della inhouse comunale che gestisce diversi impianti cittadini. Crisi sanitaria da una parte e crisi politica dall’altra, la scelta è stata di assorbire il colpo dando continuità e stabilità al vertice societario, affidando il timone dell’azienda al presidente attorno al quale, prima della bufera che ha portato al commissariamento del Comune, si era creata una convergenza politica.

Giugno: esce Knoll.

Lo scorso giugno a lasciare l’incarico era stato, per ragioni personali, l’avvocato Alexander Knoll. La sua uscita aveva ridotto a tre i componenti dell’organo amministrativo che da statuto ha potuto continuare a lavorare. La giunta aveva rimandato la surroga, decidendo di fatto di lasciare l’incombenza al futuro esecutivo.

Ottobre: lascia Piccinotti.

Lo scorso ottobre, a seguito dell’assunzione di un incarico dirigenziale in Provincia, Ilaria Piccinotti ha immediatamente presentato le sue dimissioni a causa della sopraggiunta situazione di incompatibilità.

Palla al Comune.

A quel punto, il Cda è decaduto e a brevissimo giro di posta è stata convocata l’assemblea nella quale il socio unico, il Comune, era chiamato a prendere la decisione. Paul Rösch, in quel frangente sindaco rieletto, ha assegnato all’avvocato Guido Marangoni il ruolo di amministratore unico, opzione prevista dallo statuto come alternativa al Cda. Una scelta che ha tenuto conto da una parte del lavoro svolto da Marangoni in questi quattro anni e mezzo alla guida della partecipata al 100% di proprietà del Comune, e dall’altra parte della necessità di affidare la società a chi già la conosce a fondo, a fronte delle circostanze emergenziali. Tenuto fra l’altro conto che a inizio agosto la inhouse era rimasta anche senza direttrice a seguito delle dimissioni di Barbara Caggegi.

L’amministrazione unico condurrà la società fino a quello che sarebbe stato il termine del suo secondo mandato da presidente, vale a dire aprile 2022. La nuova governance cittadina che seguirà la fase del commissariamento avrà il tempo per ripensare il futuro di Meranarena, della cui ridefinizione si discute da parecchio. Deciderà la politica, quando in municipio tornerà la politica.

Lockdown.

Nel frattempo Marangoni fronteggia il nuovo lockdown. Quindici dipendenti sono in cassa integrazione a turno, con le ore di lavoro settimanale a rotazione impegnate per lo più in manutenzione degli impianti. In funzione rimane la piscina coperta ma, come previsto dalle disposizioni, per uso esclusivo degli agonisti. I costi sono integralmente coperti dalle due associazioni che utilizzano la struttura, l’As Merano e lo Sportclub. Soluzione insostenibile se si guarda all’impianto a fianco, il palazzo del ghiaccio, a causa dei costi: 7-8 mila euro alla settimana che l’Hockey Club Merano e i sodalizi del pattinaggio non possono garantire.

Altre difficoltà, Meranarena le ha dovute affrontare dopo il nubifragio del 22 agosto, quando gli effetti della tempesta avevano colpito duro diversi impianti, soprattutto il tennis di via Piave: le assicurazioni sono al lavoro, si stimano danni abbondantemente superiori ai 200 mila euro. Rimanendo in tema di cifre, verrà presentato a breve al socio unico l’aggiornamento del budget: in un’annata scombussolata dal Covid, l’iniezione estiva del Comune attraverso un contributo straordinario concorrerà a alla chiusura dei conti in sostanziale pareggio di un bilancio che supera gli 1,8 milioni a fronte dei 2,3 degli anni più recenti.













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