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Merano, bici sparite dal bike sharing: in arrivo le prime sanzioni 

Il Comune mette a disposizione circa sessanta mezzi, una decina non sono stati riconsegnati nonostante gli avvertimenti dell’amministrazione. Penali da 50 fino a 380 euro


Simone Facchini


MERANO. Nei primi anni, tutto aveva sostanzialmente funzionato. Ma negli ultimi mesi i ritardi e le mancate consegne delle bici offerte gratis dal Comune per il bike sharing sono lievitate. Adesso scatta il pugno duro nei confronti dei trasgressori. Stanno per partire le prime sanzioni.

«Fra i tanti utenti ci sono alcuni indisciplinati che non restituiscono le biciclette secondo le modalità prescritte. Il Comune di Merano chiede aiuto a cittadine e cittadini per riuscire a recuperare i mezzi a pedali abbandonati»: questo l’appello lanciato pochi giorni fa, ricordando come negli ultimi due anni siano state registrate più di 8.000 prenotazioni e nemmeno una bici del bike sharing sia stata rubata. L’allarme integrato e la registrazione mediante carta di credito – così dal municipio – erano stati finora una precauzione sufficiente a prevenire atti di vandalismo».

«Quest'anno purtroppo la situazione è diversa. Un gruppo di giovani si è appassionato all'uso delle biciclette cittadine, disponibili gratuitamente 24 ore su 24, ma non tutti fra loro rispettano i periodi massimi di noleggio e hanno sempre cura di chiudere i mezzi come invece deve essere fatto», spiega Ruth Lochmann, coordinatrice del progetto Mentor, nell'ambito del quale è nato anche il servizio di bike sharing.

«Nell’ultimo biennio, se una bici non tornava, il titolare della carta di credito è stato sempre raggiunto attraverso l’indirizzo mail dichiarato, e l’utente spiegava le ragioni della mancata riconsegna. Ora la situazione è cambiata e cominciamo ad applicare le penali». Le biciclette possono essere prese in prestito gratuitamente per cinque ore e se il periodo di noleggio supera le dieci ore viene addebitata all'utente una tassa di mora pari a 50 euro. E a chi reitera la trasgressione viene bloccato l’accesso al noleggio.

Il periodo della tolleranza è insomma finito. «Siamo sempre dalla parte dell’utente, questo è il significato dell’iniziativa», chiosa Lochmann. Ma «attualmente sono dieci le biciclette verdi (su una sessantina in dotazione, ndr) che non sono state riconsegnate a una delle sette postazioni presenti in città. Chiediamo quindi a tutti i cittadini di aiutarci a segnalare il luogo in cui si trovano i mezzi abbandonati, cioè parcheggiati per diversi giorni lontano dalle postazioni, e le bici che presentano evidenti segni di danneggiamento», esorta la vicesindaca Katharina Zeller. Prima della sanzione, vengono inviati a breve giro di posta fino a cinque avvisi all’utente “indisciplinato”.

Ad occuparsi del recupero e della manutenzione delle biciclette del bike sharing è la cooperativa sociale Albatros alla quale vanno inviate anche per email (bikesharing@albatros.bz.it) le segnalazioni.

Nei casi più estremi, ovvero se la bicicletta dovesse definitivamente sparire, l'ultimo utente registrato ne risponde. Una nuova bici e un nuovo lucchetto elettronico costano 380 euro. Ma alcuni mezzi sono vetusti e verrà valutato caso per caso.

Il Comune è il promotore e responsabile del bike sharing gratuito, ma il sistema del software che ne regola l’attività è esternalizzato. Il controllo e la gestione si affidano in buona sostanza sulla carta di credito fornita da colui che, mediante un’applicazione, si iscrive al servizio. Una chance per girare in città e dintorni, offerto a una platea che comprende tanto i locali quanto i turisti, che finora ha riscontrato gradimento.













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