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Merano, pass e quarantene: «Per il personale in difficoltà hotel e ristoranti»

Primo incontro fra Rete Economia e la vicesindaca Katharina Zeller



MERANO. Le aziende che potranno soffrire di più sul fronte del personale, dopo l’introduzione da parte del governo delle nuove disposizioni anti-Covid e il boom di quarantene, sono quelle del settore ristorazione e accoglienza. Lo sostiene Raoul Ragazzi, referente per Merano e Burgraviato di Rete Economia, piattaforma di un pool di associazioni che rappresentano le categorie.

L’obbligo per chi ha 50 e più anni di possedere il green pass rafforzato (che si ottiene con la vaccinazione o dopo la guarigione dal Covid) necessario per lavorare scatterà dal 15 febbraio. Ragazzi misura il polso della situazione: «Le aziende sono in larghissima maggioranza allineate nel sostenere la campagna vaccinale, nella consapevolezza che con il virus si deve convivere. E rimaniamo convinti che sia la scienza a tracciare la strada».

Come stanno reagendo le aziende e i lavoratori della zona?

Dai colloqui che ho avuto nei giorni scorsi, ho sentito della crescita di lavoratori che stanno prenotando prime dosi. La consapevolezza della convivenza con il virus è più solida a Merano, nei centri del fondovalle. Meno nelle valli.

Sul nostro territorio ci sono categorie che hanno maggiori possibilità di rimanere a corto di personale?

Ristorazione e alberghi potrebbero subire contraccolpi più difficili da gestire. Ma siamo di fronte a un problema di portata maggiore, perché il settore su quel fronte era già in sofferenza prima. Commercio e artigianato, in generale il manifatturiero, pur con delle eccezioni, dovrebbero avere maggiore capacità di assorbire le ripercussioni dell’assenza dei dipendenti, magari dilazionando le consegne e contrattando tempi allungati per la conclusione di lavori o l’ultimazione di forniture.

Oltre al tema della vaccinazione obbligatoria agli over 50, c’è quello delle quarantene.

Sì, sono tante. Purtroppo fioccano i dubbi e le letture riguardanti le nuove regolamentazioni.

Quanto contano le dimensioni di un’azienda nella capacità di assorbire eventuali carenze di personale?

Le ditte più grandi spesso sono più organizzate e hanno un’economia di scala che fa da paracadute. È invece più difficile reagire, per esempio, per una ditta da 5 dipendenti in cui magari 3 contemporaneamente sono costretti a stare a casa. Altro esempio: i più strutturati cercano soluzioni ibride, con lavoro in parte in presenza e in parte in modalità agile. HHanno competenze e strumenti per farlo. Ecco perché è un bene che l’economia lavori in rete: chi è più piccolo, può usufruire delle esperienze e delle soluzioni altrui. Ed ecco perché noi come Rete Economia continuiamo a porci come interlocutore per la politica affinché queste nuove pratiche trovino sostegno.













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