Nicoletta Mantovani, per i Mercatini una madrina speciale 

La moglie di Pavarotti ha ricordato Big Luciano con Chenot «Un uomo dal cuore grande, era legatissimo a Merano»


di Jimmy Milanese


MERANO. Inaugurazione con personaggio d'eccezione per la ventiseiesima edizione dei Mercatini di Natale che andranno avanti fino alla befana. Per il secondo anno consecutivo, è la Fondazione Pavarotti ad aprire i battenti del mercatino natalizio con il concerto “Pavarotti Young Voices in Merano” e per l'occasione, quest'anno è arrivata anche Nicoletta Mantovani, moglie del compianto tenore che aveva eletto Merano come sua seconda casa.

Ospitata all'Hotel Palace, dove Maestro modenese era solito passare lunghi periodi di relax, Nicoletta Mantovani era accompagnata da Henri Chenot, visibilmente commosso, quando ha dovuto ricordare quella che per lui era diventata una amicizia. «Troppe sono le emozioni, i ricordi, le immagini che ho di Luciano», ha spiegato Chenot, asciugandosi le lacrime di commozione. Pavarotti era ed è a tutt'oggi amato in tutto il mondo, e in attesa che il regista Ron Howard presenti il documentario sulla sua vita, si sta realizzando uno dei sogni di Big Luciano. A spiegarne i dettagli, la stessa Nicoletta che ha ricordato la enorme bontà di suo marito, impegnato da sempre a dare lezione gratuitamente a giovani promesse della lirica: «Nascerà una scuola di canto a lui intitolata, fondata su tre regole ben precise: sarà gratuita, aperta a tutti e insegnerà l'arte della bontà».

Numerosi gli aneddoti raccontati nel corso dell’incontro con la stampa proprio da colui il quale al Palace da decenni mette in forma clienti provenienti da oltre novanta paesi. «Quando lo vidi la prima volta mi chiese se fossi veramente io – ricorda Chenot – e per tutta risposta io chiesi se era veramente lui, Pavarotti». Era un uomo fin troppo buono, aggiunge Chenot, dopo che Nicoletta Mantovani aveva ricordato come andarono le cose, quando il segretario dell’Onu dell’epoca, Kofi Annan, aveva consegnato il prestigioso Kennedy Award a uno dei più grandi tenori della storia, spiegando che «Luciano aveva un cuore più grande della sua voce». Annan aveva espresso gratitudine a Pavarotti, spiegando che lui, prima del mondo, si era accorto della sofferenza dei bambini afgani. Sono centinaia gli enti e le associazioni finanziate con le tasche del Maestro, generoso e sempre disponibile, come quando arrivava al Palace e il primo a salutare era magari il magazziniere, piuttosto che chiedere del direttore. A Merano, Pavarotti era legatissimo, ripete più volte la moglie, che ieri ha presenziato sia alla inaugurazione dei Mercatini di Natale sia al concerto serale delle giovani voci. Ma se c'è una caratteristica, tra i tanti talenti, che Pavarotti aveva, raccontano tutti quelli che lo hanno conosciuto, era quella di essere schietto e leale, al punto di fermare chi avesse iniziato a parlar male di altri. Una qualità che lo ha fatto ben volere da tutti e che fa ancora brillare gli occhi di Nicoletta Mantovani, ogni volta che ha ricorda il marito, e quella voce squillante negli acuti, chiara nel fraseggio e limpida nel timbro, esattamente come il sorriso di Big Luciano, quando accarezzava i volti dei mille bambini che ha salvato dalla morte.













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