«Non lasciatevi guidare dalla fretta» 

Le raccomandazioni di Giorgio Gajer, presidente del Corpo nazionale soccorso alpino Alto Adige



MERANO. «Per affrontare questo tipo di percorsi serve una preparazione psicologica, oltre che fisica. Specialmente nel caso della ferrata Punta Tabaretta. L’importante, quando si decide di intraprendere percorsi del genere, è di seguire tutti i passaggi necessari a mettersi in sicurezza. Il passaggio dei moschettoni, i cavi... È brigoso, ma può salvare la vita». A parlare è Giorgio Gajer, presidente del Cnss (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) dell’Alto Adige, la cui sezione di Solda ha recuperato la salma dell’uomo di circa 45 anni precipitato durante la salita lungo la parete gialla.

«Le nostre raccomandazioni – prosegue Gajer – sono di andare in compagnia, anche se diverse persone preferiscono fare alpinismo da sole. Anche una semplice storta può rovinare la giornata. Solitamente poi chi abbandona un rifugio per dedicarsi a una salita lascia scritto dove sia diretto e quale percorso intenda seguire: è una buona abitudine. Altra raccomandazione fondamentale è di non farsi guidare da un’eccessiva fiducia in se stessi o dalla fretta».

Il rifugio Tabaretta è situato sul dosso Marlet, a 2556 m di quota, direttamente sul sentiero che passa per il rifugio Payer. Dal rifugio si gode di un panorama che abbraccia la parete nord dell’Ortles, il gruppo del Sesvenna e le Alpi austriache. A breve distanza, il rifugio Payer, punto di partenza per le escursioni sul ghiacciaio dell’Ortles. Un paesaggio dotato di un fascino millenario, ma anche severo con l’uomo. Alcuni brevi tratti della ferrata, inoltre, sono esposti al pericolo di caduta sassi.

«Non è raro dover recuperare alpinisti in quell’area. Fortunatamente quella di Solda del soccorso alpino è una delle nostre migliori sezioni, una tra le più preparate. Sono tutti volontari, tutti dotati di una sensibilità e di una serietà uniche», conclude il presidente del soccorso alpino provinciale.

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