Per il femminicidio Riffeser chiesti danni per 1,5 milioni 

Il risarcimento. Ieri l’udienza a Bolzano davanti al gup. Depositata una consulenza psicologica sulle due figlie Presente in aula anche l’imputato reo confesso Johannes Beutel, a cui il giudice ha accordato il rito abbreviato


Sara Martinello


Merano. Sfiora il milione e 500 mila euro la cifra richiesta a titolo risarcitorio dai genitori, dalle figlie e dalla sorella di Alexandra Riffeser, la 34enne uccisa con 43 coltellate dal marito Johannes Beutel nella casa di famiglia, a Quarazze, il 24 settembre del 2018. Ieri, durante l’udienza preliminare al cospetto del giudice Emilio Schönsberg, all’imputato reo confesso – presente nell’aula del tribunale di Bolzano – è stato concesso il rito abbreviato, che si celebrerà il 12 e il 13 febbraio. Il suo legale, l’avvocato Alessandro Tonon, confida nella possibilità di ottenere «una soluzione equa» nel calcolo della pena anche in virtù di eventuali attenuanti, e nella possibilità per i genitori di Beutel di vedere le due nipoti attraverso il Tribunale dei minori. L’imputato non ha presentato un’offerta risarcitoria. È comunque da escludere la pena dell’ergastolo, beneficio previsto dal rito abbreviato.

La richiesta di risarcimento è pari al milione e 495 mila euro: 330 mila ciascuno per madre, padre e figlie di Alexandra Riffeser, 175 mila per la sorella Isabel, rappresentata dall’avvocato Ivan Rampelotto. A dare sostanza al risarcimento richiesto sono anche i risultati della consulenza fatta dallo psicologo Michele Piccolin e depositata dalla parte civile, risultati che parlano di un danno morale per le figlie della 34enne. «È una consulenza molto chiara nel suo contenuto – spiega l’avvocato di parte civile Federico Fava –. In psicologia l’evento traumatico costituisce un lutto, con diverse gradazioni. E il lutto subito dalle due minori è gravissimo: la perdita è quella della madre, il modo è violento, la mano è quella del padre. Un danno psicologico di evidente gravità che si traduce in danno morale». All’epoca dei fatti una di loro era appena uscita dal lungo calvario della leucemia, ed era stata questa vittoria sulla malattia a far ritrovare a Riffeser lo slancio per la vita, come dichiarato dalla madre Margit ai microfoni di Rai 1.

La posizione processuale di Beutel si è aggravata a seguito della perizia psichiatrica dello scorso maggio: il 39enne austriaco infatti è stato dichiarato in grado di intendere e di volere al momento del fatto e dunque è pienamente imputabile. È l’esito a cui è giunto il perito d’ufficio incaricato, che il 22 novembre scorso ha confermato le proprie conclusioni al giudice. Sostanzialmente agli stessi risultati è giunto anche il consulente della Procura della Repubblica, che ritiene l’imputato molto stressato al momento del fatto ma non infermo di mente. Il consulente della difesa, il professor Luciano Magotti, sostiene che l’imputato, al momento del fatto, fosse per lo meno semi-infermo di mente.

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