Per Puccini e Mamming i fondi li versano i privati 

Il piano. Il Comune indica tre progetti da finanziare tramite gli sgravi fiscali dell’Art Bonus  Il vicesindaco Rossi: «È una formula che snellisce la burocrazia e attiva la cittadinanza»



Merano. Là dove i governi tagliano, i privati compensano. con l’inserimento di tre progetti nel portale dell’art bonus, una forma di sostegno nata nel 2014 sotto il governo renzi e divenuta permanente con la legge di stabilità del 2016, merano diventa il primo comune altoatesino a chiedere ai privati un sostegno nella conservazione del proprio patrimonio artistico e culturale. in cambio, chi contribuirà a preservare o ad apportare migliorie a palazzo mamming, al teatro puccini o al castello principesco ne riceverà – se vorrà – un ritorno d’immagine e, cosa più allettante per un imprenditore, un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato. insomma, per mille euro versati ci sarà un debito fiscale ridotto a 350 euro.

La chiamata alle arti.

«Dell’Art Bonus avevamo sentito parlare qualche anno fa a Lucca – così il vicesindaco e assessore alla cultura Andrea Rossi durante una conferenza stampa, ieri mattina –. Questa “chiamata alle arti”, l’appello dell’ente pubblico ai privati per la conservazione dei beni artistici e culturali, finora è stata fatta da 1100 enti italiani per un totale di circa 1300 interventi e 200 milioni raccolti». Aspetto vincente della formula Art Bonus, spiega Rossi, è una burocrazia particolarmente snella. Basta infatti conservare la ricevuta del bonifico e allegarla alla dichiarazione dei redditi per avere uno sgravio fiscale in tre anni pari al 65% dell’importo donato. È sufficiente, quindi, che la donazione sia tracciabile, non fatta in contanti. Inoltre, assicura il responsabile del museo di Palazzo Mamming Tiziano Rosani, i mecenati possono usufruire di un servizio di assistenza telefonica efficiente. «Lo facciamo non perché il Comune non ha fondi per operare investimenti nel settore della cultura, ma perché ci proponiamo di promuovere il senso di appartenenza e un concetto di cultura intesa come bene comune. Le iniziative coorganizzate e sostenute dalle tante associazioni locali in occasione delle celebrazioni dei 700 anni della città nel 2017 oppure durante la più recente rassegna Passepartout hanno dimostrato che la cultura può e deve essere concepita e vissuta come progetto di condivisione e di aggregazione», così Rösch e Rossi.

I tre progetti meranesi.

Ma perché aspettare così tanto per inserirsi in questo circuito sinergico tra pubblico e privato? «Aspettavamo di avere progetti concreti e abbiamo riflettuto bene sulle strategie comunicative necessarie», risponde Rossi. I progetti che il Comune di Merano ha inserito all’indirizzo https://artbonus.gov.it sono tre, gli unici della piattaforma Art Bonus a essere descritti tramite testi in italiano e in tedesco. Per il Palazzo Mamming si vorrebbe raggiungere la cifra di 50 mila euro, in modo da realizzare un progetto illuminotecnico capace di valorizzare durante le ore serali e notturne da un lato le caratteristiche del palazzo, il principale edificio seicentesco nel centro storico , dall’altro di comunicare ed evidenziare la sua attuale destinazione a museo. L’intervento per il Castello Principesco costerebbe invece 260 mila euro: si tratta di inserire un percorso pedonale che permetta ai visitatori di accedere alla porzione di muro riportata alla luce nell’ambito dei recenti scavi. Il castello è l’unico luogo all’interno del centro storico in cui i resti delle mura risultano ancora visibili e non coperti da vie di traffico. Infine, 229.181 euro per il teatro Puccini. Il soffitto della platea necessita di interventi di restauro: si procederà innanzitutto all’eliminazione dei danni provocati dalla formazione di sali superficiali e da infiltrazioni di acqua, nonché al risanamento delle parti staccate e alla messa in sicurezza di tutti gli elementi decorativi. L’intervento nell’area dei camerini degli artisti al pianterreno prevede invece la riorganizzazione dei locali, il risanamento dei bagni annessi, dell’ufficio custodi, di sei finestre, delle tubazioni acqua e riscaldamento, quindi la posa in opera di un riscaldamento a pavimento. È previsto anche l'adeguamento dell'impianto elettrico. S.M.













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