Pitsch a caccia di personale Mancano i profili richiesti 

La fondazione sta cercando Osa ma anche infermieri su tutto il territorio Il direttore Huber: «Difficile trovare questi professionisti nelle realtà urbane» 


di Simone Facchini


MERANO. La ricerca degli Osa, gli operatori socio assistenziali, continua a essere una spina nel fianco soprattutto per le strutture per gli anziani dei principali centri urbani. Lo conferma il bando pubblicato dalla fondazione Pitsch che in città gestisce la casa di riposo di via Palade, il centro lungodegenti di via Cavour e gli alloggi Seisenegg nel rione Steinach. Vengono cercati 21 profili Osa, quando al momento sul tavolo della fondazione le richieste sono solo un paio. «Secondo una delibera provinciale – spiega Alex Huber, direttore della Pitsch – su 100 collaboratori di assistenza diretta 45 devono essere Osa. Sull’osservanza di questa disposizione poggia il nostro bando. Non si tratta di una stabilizzazione del personale precario alle nostre dipendenze». Benché le scuole provinciali sfornino profili di questo genere, aggiunge Huber, la realtà è che difficilmente si calano nelle città. Merano soffre del problema alla stregua di Bolzano.

Ostacolo patentino. La fondazione Pitsch sta cercando 21,5 operatori socio assistenziali a tempo determinato, con quota pari a 4,75 riservata al gruppo di lingua italiana e il 16,75 al personale di lingua tedesca, per riequilibrare la proporzionale linguistica interna all’ente. Tra coloro che lavorano alla Pitsch con contratti a tempo determinato in qualità di Oss - operatore socio sanitario - alcuni hanno già acquisito anche la qualifica di Osa. Altro ostacolo è però il patentino: per gli Osa è richiesto il “B”, per gli Oss il “C”. Davvero difficile prevedere che dall’esterno possa giungere un numero di richieste di assunzioni in qualità di Osa tale da colmare la domanda di 21,5 posti. A quel punto la fondazione coprirebbe la differenza con l’assunzione, nuovamente a tempo determinato, di Oss. Quelli che già lavorano per la Pitsch, insomma, non dovrebbero temere per il loro posto di lavoro, seppur sempre in condizione di precariato.

Infermieri. Una situazione analoga riguarda gli infermieri, pure questa una figura della quale la sanità pubblica altoatesina è perennemente a caccia. Un secondo bando prodotto dalla fondazione intende rintracciare 11 infermieri di ruolo. La ricerca in questo caso sembra dare discrete risposte. «La speranza – auspica il direttore Huber – è che una volta assunti ed entrati nel circuito della sanità pubblica, gli infermieri non facciano domanda di mobilità verso gli ospedali», lasciando nell’eventualità di nuovo scoperte le strutture per anziani. Questo genere di percorso si è già verificato in circostanze precedenti.

Nuovo Cda. Il tutto avviene mentre il consiglio d’amministrazione giunge al termine del suo mandato, e con esso anche l’incarico del direttore la cui nomina spetterà al Cda subentrante. Quanto ai consiglieri dell’organo direttivo e al suo presidente, sarà il Comune a doverli individuare per sottoporli alla ratifica dell’assessore provinciale alla sanità.

Ampliamento. Ultima eredità lasciata dal consiglio d’amministrazione presieduto da Hermann Raffeiner, che ha già messo in chiaro la decisione di defilarsi, è il progetto di ampliamento della casa di riposo di via Palade creando nuove stanze e piccoli alloggi per un progetto di assistenza abitativa. Il sindaco Rösch e l’assessore al sociale Frötscher avevano già espresso la volontà di allargare l’offerta di assistenza di questo genere, a minore intensità rispetto a quella che caratterizza un ospizio.













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