Il caso

Pizzeria «No Green Pass» a Merano, il cartello appare e scompare 

Vari avvisi erano stati affissi all’ingresso di un pubblico esercizio meranese: prevista anche la possibilità di entrare senza mascherina. Ma poi il gestore è tornato sui suoi passi


Jimmy Milanese


MERANO. «Il green pass è anticostituzionale pertanto questo locale dà accesso a tutti!». Questo il cartello che per diversi giorni sarebbe rimasto esposto sulla vetrina d'accesso di una pizzeria della prima periferia meranese.

Un cartello fuori luogo nel quale in pieno stile complottista si riprendevano in modo ingenuo e fuori dal loro contesto giuridico, una serie di sentenze della Corte costituzionale e di alcuni Tribunali regionali per sostenere l'incostituzionalità non solo dell'obbligo di richiesta del Green Pass, ma anche della mascherina, in quanto rappresenterebbe una «violazione dei diritti umani», secondo riferimenti, ancora una volta, da considerare impropri sotto il profilo giuridico.

Un “Diritto alla salute” e un “Diritto alla Libertà personale” millantati che nulla hanno a che vedere con la richiesta di una certificazione sanitaria la quale, paradossalmente, li garantisce.

Non solo, questa volta indirizzato alle forze dell'ordine, il cartello indicava anche una serie di reati che queste commetterebbero semmai dovessero richiedere ai cittadini, quindi agli avventori dell'esercizio commerciale, l'uso della mascherina obbligatorio per legge. Infine, sempre nel cartello la richiesta di iscriversi al canale Telegram @unionedipaceserena dove, tra le altre cose, nei giorni scorsi un utente postava un video girato a Parma in cui, sulle note del tema del film Schindler's List, in una sfilata pubblica anche questa dai toni inappropriati, si mostravano cartelli raffiguranti persone che secondo i manifestanti erano morte a causa del vaccino.

Un cartello, quello dell'esercente meranese, che per fortuna ora risulta rimosso, nella speranza che il conduttore di quella attività commerciale non percepisca tutte quelle complesse ma fondamentali norme sanitarie HACCP alle quali è soggetto a garanzia della salute dei suoi clienti, come una privazione della libertà tale da non sentirsi obbligato a rispettarle. O che non percepisca il dovere di emettere un documento fiscale come un obbligo di legge al quale sottrarsi in quanto limitante per la sua libertà personale e così via.













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