«Pochi agenti al Commissariato» Urzì scrive a Salvini

Merano. Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore, fa eco alle lamentele dei sindacati di categoria e scrive al vicepremier Salvini, ministro dell’Interno, per denunciare la...



Merano. Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore, fa eco alle lamentele dei sindacati di categoria e scrive al vicepremier Salvini, ministro dell’Interno, per denunciare la carenza di personale in servizio al Commissariato di piazza del Grano. «Al Commissariato di Ps della città del Passirio – riferisce Urzì - da anni non risulta esserci stato avvicendamento con forze nuove e giovani, e l’età media del personale in servizio si alza sempre più. Anche a seguito di pensionamenti e congedi per motivi di salute la carenza si fa ogni giorno più preoccupante». Il trasferimento al Commissariato di Merano di 15 nuovi agenti in pianta stabile e la razionalizzazione di alcuni servizi – ad esempio tramite l’installazione di impianti di videosorveglianza - sono le prime misure urgenti richieste da Urzì. «La pianta organica –scrive Urzì al Ministro - poteva essere considerata sufficiente in altri tempi, ma oggi con l’aggravio di compiti anche in parte derivanti dalla gestione dei flussi migratori e la necessità di garantire maggiori attività di controllo del territorio dimostra drammaticamente la propria debolezza nonostante l’encomiabile lavoro dei dirigenti e operatori di polizia sul territorio. Merano, va detto, con i suoi 42 mila abitanti, seconda città dell’Alto Adige, può ancora essere considerata un’isola felice rispetto ad altre realtà nazionali, ma proprio per la sua forte vocazione turistica necessita di particolari servizi di vigilanza e prevenzione indispensabili per garantire tranquillità e sicurezza agli ospiti, tra cui numerosi Vip e personalità di rilievo». Attualmente, secondo i dati forniti da Urzì, risulterebbero 47 gli operatori occupati, che si ridurrebbero a 45 per il prossimo pensionamento di due agenti, mentre dieci unità risulterebbero indisponibili a causa di congedo per motivi di salute o perché legittimamente beneficiati di quanto previsto dalla Legge 104/92. Tra l’anno scorso e quest’anno due operatori sono andati in pensione e non sono stati ancora sostituiti. «Ci si attende - conclude Urzì - un investimento più incisivo da parte del Governo verso questo personale sempre in prima linea».













Altre notizie

Attualità