Sinigo definita “negletta”, si scatena la bufera sui social

merano. «Le aree a basso reddito con un tessuto edilizio negletto, come Sinigo, hanno una maggiore vulnerabilità e sono quindi esposte ad un elevato carico termico futuro». Questa la frase apparsa...


Jimmy Milanese


merano. «Le aree a basso reddito con un tessuto edilizio negletto, come Sinigo, hanno una maggiore vulnerabilità e sono quindi esposte ad un elevato carico termico futuro». Questa la frase apparsa nel gruppo Facebook “Se sei di Sinigo e vuoi dire la tua”, estrapolata dal documento/bozza “Piano d'Azione per l'energia sostenibile e il clima”. Una frase dietro la quale si cela un giallo che corre in rete e dai contorni da definire. Andiamo con ordine. Il Piano che verrà presentato alla cittadinanza la prossima settimana, in attesa dell’approvazione del consiglio comunale, è uno studio commissionato dal Comune di Merano all'Eurac di Bolzano per cercare soluzioni al fenomeno del cambiamento climatico. Ma non è certo sul contenuto di tale bozza che gli utenti social si sono trovati a dibattere, piuttosto, sulla definizione che i redattori Eurac dello studio avrebbero scelto per descrivere Sinigo. Infatti, dipinti come cittadini che vivono in una «area a basso reddito» e in una zona con «tessuto edilizio negletto», in altre parole, poveri che vivono in un luogo trascurato o abbandonato, i frequentatori di Facebook residenti a Sinigo si sono infuriati e scatenati nei loro commenti in rete, in particolare contro l'amministrazione comunale. E qui nasce il giallo. Infatti, il frammento di documento/bozza pubblicato sul gruppo Fb non corrisponde a quello attualmente scaricabile dal sito del comune di Merano. Quindi, se sul sito dell’amministrazione comunale appare aora una versione che non riporta queste parole ritenute offensive, sono diversi i cittadini di Sinigo che lamentano di avere recentemente scaricato una versione del documento - direttamente dal sito del Comune di Merano - contenente esattamente la frase incriminata. Stiamo parlando della Bozza di documento di 108 pagine nominata come “Versione A” con data 7 gennaio 2020, la quale descrive Sinigo in quei termini. Invece, il documento attualmente scaricabile dal sito comunale, privo della frase che ha fatto infuriare i sinighesi, è datato 27.12.2019 e consta di 114 pagine. In un primo momento, il sospetto era che qualcuno avesse fatto circolare via whatsapp una versione del documento alterata. Insomma, il classico fake. Invece, nella mattinata di ieri sono stati diversi i cittadini di Sinigo ad avere affermato di avere scaricato dal sito del Comune quella versione contenente la frase ritenuta offensiva che però non corrisponde a quella attualmente scaricabile. Circolate nei gruppi social, quelle parole hanno prodotto anche la reazione del Movimento 5 Stelle locale che condanna un’affermazione «che denota un atteggiamento classista della specie più becera». Un’accusa direttamente rivolta sia al ricercatore Eurac che avrebbe redatto il documento sia all’amministrazione comunale che «avrebbe dovuto controllare il documento prima di pubblicarlo, a meno che non si voglia insinuare che il dissesto del territorio sia legato al reddito degli abitanti di Sinigo», tuona la consigliera Adriana Valle, commentando la versione incriminata del documento. Una versione che però, nonostante le assicurazioni da parte di alcuni sinighesi che giurano di averla scaricata qualche giorno fa dal sito comunale, non è più presente. Altra ipotesi che circola ma che non trova ancora conferme è che tutto sia nato da un errore nella traduzione dalla versione tedesca del documento verso quella italiana, poi modificata eliminando la frase incriminata.













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