Sinigo, pronto il pacchetto per scacciare l’incubo falda 

La presentazione. Mercoledì prossimo i tecnici illustreranno alla popolazione gli interventi Ieri in consiglio la variazione di bilancio coi primi 90 mila euro destinati alla pulizia dei canali



Merano. Si sa, ciò che si conosce fa meno paura. La conoscenza tronca sul nascere (o perlomeno lima) teorie strambe e preoccupazioni. È il senso dell’incontro programmato per mercoledì prossimo (29 luglio), quando nella sala parrocchiale di Sinigo, alle 20, la popolazione residente sarà coinvolta in un incontro coi tecnici comunali sul tema della falda acquifera, vera fonte di apprensione ormai da troppi anni per chi viva nella frazione. Davanti agli abitanti riuniti saranno illustrate nel dettaglio una serie di misure, mirate anche a creare le premesse affinché i residenti attorno a piazza Vittorio Veneto possano realizzare le costruzioni ammesse dal locale Piano di recupero (tettoie per auto e piccoli depositi) sul retro degli edifici principali.

A presentare lo studio di fattibilità, una folta delegazione di amministratori ed esperti a vario titolo: interverranno il sindaco Paul Rösch, l’assessora all’ambiente Madeleine Rohrer, l’ingegner Ronald Patscheider, il geologo Ambrogio Dessì, Nikolaus Mittermair, responsabile del servizio manutenzione immobili e cantiere comunale, rappresentanti della Municipalizzata, del Consorzio di bonifica e dei Bacini montani.

Già nella variazione di bilancio che l’altra sera è approdata sui banchi del consiglio comunale – una manovra da 16,4 milioni di euro – è contenuta una prima somma destinata al problema della falda acquifera di Sinigo. Novantamila euro per una pulizia dei canali, passo propedeutico agli interventi successivi. A partire dallo studio idrogeologico di Dessì, Patscheider ha elaborato lo studio di fattibilità. Per ora sono due le misure importanti rese note dagli uffici municipali: innanzitutto la posa di due condotte di captazione che permetteranno di smaltire le acque meteoriche (qui qualcuno ricorderà il livello dell’acqua durante i lavori per la nuova scuola elementare), poi il leggero innalzamento delle strutture nella parte settentrionale di piazza Vittorio Veneto in modo da rendere più omogeneo l’andamento del terreno e permettere un adeguato riordino urbanistico.

Il pacchetto completo sarà illustrato alla popolazione mercoledì 29 luglio. Poche settimane fa la presidente del comitato di quartiere (probabile candidata alle amministrative tra le fila di Fratelli d’Italia) lanciava un appello all’amministrazione: «Vogliamo ricordare che il piano di recupero di piazza Vittorio Veneto non è prioritario rispetto alla gravità del dissesto idrogeologico indotto in tutto il territorio, non solo nel Borgo, dopo anni di imperizia e antropizzazione». In realtà un mese prima, verso fine maggio, i tecnici avevano condotto insieme a Rohrer un sopralluogo al laghetto di via Fermi, il cui recente svuotamento aveva permesso di «constatare che il manto impermeabilizzante presenta lacerazioni che mettono in comunicazione il fondo del laghetto con la falda superficiale», spiegava Rohrer. «Ci aspettiamo che il Comune e soprattutto la Provincia, proprietaria del laghetto, propongano soluzioni definitive e non solo interventi temporanei di dubbia efficacia», replicava il comitato.













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