Il dettaglio 

Sullo sfondo attriti etnici

Merano. Da qualche tempo i condomini Ipes di Sinigo si trovano al centro delle cronache per via del clima teso tra gli inquilini. Alcuni si sarebbero macchiati di comportamenti poco rispettosi nei...



Merano. Da qualche tempo i condomini Ipes di Sinigo si trovano al centro delle cronache per via del clima teso tra gli inquilini. Alcuni si sarebbero macchiati di comportamenti poco rispettosi nei confronti degli spazi comuni o degli altri abitanti della frazione: sull’onda di questi episodi e in seno alla destra meranese è nato un comitato spontaneo di inquilini Ipes (la cui presidente è stata candidata con Fratelli d’Italia alle ultime elezioni provinciali). Stavolta, però, a ventilare un’interpretazione a sfondo razziale, nel contesto dell’accoltellamento di domenica scorsa, è una famiglia di origine straniera. Samira Bourdoune, la madre del ventenne accoltellato, è una cittadina italiana di origine algerina che da 25 anni vive in Italia insieme al marito, arrivato qui 37 anni fa. Vivono al civico 8 di via Damiano Chiesa da quindici anni, i loro figli sono nati in Italia. «Qui il figlio di uno straniero è considerato un cane – denuncia –. Dicono che sono gli stranieri a fare certe cose, che sono gli stranieri a portare problemi. Mio figlio è italiano, nato in Italia, cerca lavoro per guadagnarsi da vivere onestamente. E in ogni caso, nessuno ha il diritto di accoltellare qualcun altro, di portargli via la vita. Il compagno della donna che ha ferito mio figlio mi ha detto qualcosa come “Ci vedremo in tribunale”. Sì, ci vedremo in tribunale, perché noi siamo cittadini italiani e perché la giustizia è dalla nostra parte».













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