La guerra

Turismo, senza russi e ucraini ripercussioni anche per Merano 

La direttrice dell’Azienda di soggiorno Daniela Zadra: «Quello russo è il sesto mercato. Con quello ucraino negli anni pre Covid totalizzavamo 16 mila pernottamenti». Previsti contraccolpi anche per i negozi che vendono beni di lusso


Ezio Danieli


MERANO. I venti di guerra che spirano sull'Ucraina e sull'Europa avranno conseguenze anche in riva al Passirio ed in particolare nel settore turistico e commerciale. Posto che le priorità nell’emergenza ora siano quella strettamente legata al conflitto, dunque ai morti, alle macerie all’esodo dei profughi, c'è una diffusa preoccupazione all'Azienda di soggiorno per gli effetti che inevitabilmente si ripercuoteranno anche in riva al Passirio in termini economico-turistici.

I dati, che si riferiscono al passato, sono eloquenti: nell'anno 2018 in città furono 13.710 i pernottamenti di cittadini russi e 2732 quelli di ucraini. Nel 2019, l'anno pre-pandemia, rispettivamente 13.981 e oltre 2800. Nel 2021, condizionato dalla pandemia, 1.769 e poco meno di 1000. Per dare un quadro: nel 2018 nelle strutture ricettive di Merano città i pernottamenti complessivi sono stati 1,15 milioni.

In senso assoluto, guardando alle quote del mercato russo «non si tratta di cifre eccessive - osserva Daniela Zadra, direttrice dell'Azienda soggiorno - ma comunque importanti. Il mercato russo rappresenta il sesto fra quelli che scelgono la nostra città dopo la Germania, l'Italia, la Svizzera/Lichtenstein, l'Austria e l'Olanda. Ovvio che perdere i russi potrebbe avere un certo impatto ma sia ben chiaro, parliamo di apprensioni ben diverse rispetto ai timori provocati dalla guerra in atto».

Un’indagine sul turismo internazionale dell’Italia stabilisce che i russi sono un segmento molto ricco con una capacità di spesa giornaliera che è stata di 170 euro, superiore del 65 per cento a quella degli altri turisti stranieri che sono soliti soggiornare nel nostro Paese: i russi dell'Italia amano l’arte, l’ambiente, la moda, lo stile, il cibo, i vini, veri e propri “ambasciatori” che, nel tempo, hanno contribuito a forgiare quell'immagine che ci stiamo consolidando i tutto il mondo.

Adesso, con la guerra in atto, c'è il rischio che i russi non arrivino. Risponde sempre la dottoressa Zadra. «La situazione è drammatica, sotto gli occhi di tutti. Speriamo che le trattative in atto portino, in fretta, a risultati concreti. Per Merano in particolare i danni maggiori saranno per quegli alberghi e per quei negozi che hanno un rapporto consolidato con chi arriva dalla Russia. Sono clienti che spendono molto e che amano i prodotti più costosi oltre che l'abbigliamento di lusso. Saranno proprio loro a soffrire maggiormente ma è tutta l'economia meranese che potrà subire una serie di ripercussioni negative».

Ma l’Azienda di soggiorno aveva fatto campagna di promozione nei confronti del mercato russo? «No, non è stato mai curato. Eppure i risultati sono arrivati lo stesso. Merito della città e delle sue offerte che sono state gradite anche da quei turisti». Soprattutto nel segmento dell’hotellerie di lusso. «Adesso che la situazione è degenerata a causa del conflitto, per alcuni il mancato arrivo della clientela russa sarà un colpo da assorbire, anche se mi preme ricordare che molti degli ospiti russi che abbiamo in riva al Passirio risiedono in vari Paesi europei».













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