Una nuova cornice  per le antiche mura 

Presso Castello Principesco. Ultimate le operazioni di valorizzazione del manufatto Previsto in questa zona uno degli accessi pedonali al garage in caverna connesso al tunnel



Merano. Le antiche mura cittadine, affiorate durante opere di sistemazione dell’area, diventano un “salottino” all’ombra di Castello Principesco. È terminato l’intervento in via Galilei, alle spalle del palazzo municipale dove il manufatto è stato incastonato secondo il disegno dello studio di architettura Höller & Klotzner tradotte in struttura dalla ditta Bettega Ennio di Imèr (Trento) con un lavoro costato all’amministrazione 260 mila euro. L’opera dà allo slargo presso il castello un’idea di “piazzetta” che in futuro dovrebbe divenire uno snodo cruciale della mobilità: qui si troverà uno degli accessi pedonali al garage in caverna collegato al tunnel MeBo-Passiria. E se dovesse divenire realtà, sarà in questa zona sorgerà anche la stazione del collegamento a fune con Tirolo e Scena.

Biglietto da visita.

Era il 2017 quando durante i lavori per valorizzare Castello Principesco sputarono i resti delle mura. La giunta comunale decise di conservare il ritrovamento e incaricato una ditta specializzata di intervenire, sotto la sorveglianza dell'Ufficio provinciale Beni archeologici, per renderlo completamente visibile.

«La conservazione di questo tratto delle antiche mura cittadine è solo una parte della nostra visione intesa a valorizzare maggiormente il castello e l'area circostante, che dovrà rimanere possibilmente off limit per le auto» afferma il sindaco Paul Rösch. «Quando saranno state completate la circonvallazione nordovest e l'autorimessa in caverna, il castello Principesco sarà il biglietto da visita di Merano per molti ospiti che arriveranno in città. Peraltro il tracciato delle mura appare meglio documentato, in virtù di testimonianze iconografiche e scavi archeologici, per quanto attiene ai lati sud e ovest, mentre più incerta è la situazione dei lati nord ed est. L'unico punto in cui alcuni resti delle mura sono lasciati a vista si trova proprio qui, a ridosso del castello Principesco».

L’intervento.

Secondo i piani elaborati dallo studio di architettura Höller & Klotzner le mura cittadine sono state circoscritte da una cornice metallica che ha la funzione di separare il sito dallo spazio antistante e dal parco, e allo stesso tempo di enfatizzare la presenza dei reperti murari. In prossimità dell'accesso al municipio la cornice si abbassa dal livello del terreno fino alla profondità dello scavo formando gradoni che possono essere fruiti come sedute. In direzione del parco la cornice metallica si apre invece in una gradinata che si inserisce gradualmente nel tappeto erboso del parco.

«Il nostro compito - ha spiegato l'architetto Georg Klotzner - era quello di musealizzare i resti delle vecchie mura di cinta, cioè di metterli in scena in modo che si integrassero naturalmente nel paesaggio urbano, ma che venissero percepiti come qualcosa di speciale».

La storia.

È difficile dire all’epoca di realizzazione delle mura cittadine ma si presume fossero presenti quando venne emanato il primo ordinamento, nel 1317. Avevano un spessore di un metro e mezzo e un'altezza di circa sei metri.

La posizione delle mura a sud e a ovest è stata ricostruita grazie a scavi e a immagini storiche: grossomodo correvano lungo corso Libertà e via delle Corse. La loro esatta posizione a nord, e soprattutto a est, è per certi versi ancora misteriosa. Il lato nord probabilmente congiungeva porta Venosta con il Castello Principesco e proseguiva da lì a nord dei portici fino al Duomo. Non è dato al momento sapere se fossero chiuse fino alla porta Passiria, anche perché in questa zona le pendici di monte Benedetto sono ripide e costituire di per sé una difesa naturale. Come le mura collegassero porta Passiria a porta Bolzano rimane un'altra questione irrisolta.

Le mura, nel corso dei secoli, vennero più volte distrutte dalle esondazioni del Passirio e dovettero essere ricostruite.

Con la comparsa della moderna artiglieria anche a Merano le mura difensive divennero obsolete e, come avvenuto nella maggior parte delle città europee, furono abbattute o integrate in nuove costruzioni.













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