L’intervista

«Neve artificiale, continueremo a produrla anche se farà più caldo»

Patrizia Pircher (TechnoAlpin, leader mondiale degli impianti di innevamento): «Oggi i turisti chiedono piste perfette da Natale a Pasqua. La sfida è tecnologica, produrre neve sopra lo zero è tecnicamente fattibile»


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Mai un febbraio così caldo da quando ci sono le misurazioni (dal 1850), siamo 3-4 gradi sopra la media. Ma da venerdì torna la neve dagli 800 metri in su». Le previsioni del meteorologo Dieter Peterlin fanno sperare in un ritorno d'inverno, però le finestre fredde e le precipitazioni sono sempre più rare. Il timore - che per climatologi come Luca Mercalli sono purtroppo una certezza - è che i cambiamenti climatici nel prossimo futuro decreteranno la fine delle stazioni sciistiche di mezza montagna.

Quanto queste previsioni preoccupano la TechnoAlpin, il gruppo bolzanino, leader a livello mondiale nella produzione di impianti di innevamento chiavi in mano?

Il cambiamento climatico - spiega Patrizia Pircher, responsabile marketing del gruppo che occupa circa 800 persone - influisce sull'attività delle aree sciistiche, ma non è il motivo principale che porta ad investire negli impianti di innevamento. L'attuale mancanza di neve naturale non è un fenomeno nuovo causato dai cambiamenti climatici: anche in passato ci sono stati inverni con poca neve o in cui la neve è arrivata tardi. Sa qual è la differenza?

Quale?

In passato i turisti accettavano impianti di risalita chiusi e piste preparate male. Oggi si aspettano piste aperte e perfette da Natale a Pasqua. Gli operatori vogliono quindi pianificare al meglio la stagione, per soddisfare le esigenze sempre più elevate degli ospiti. I grandi investimenti nell'infrastruttura hanno come obiettivo quello di garantire la neve.

L'aumento delle temperature riduce però la possibilità di produrre neve e fa lievitare i costi.

L'innevamento delle piste sarà possibile anche in futuro, benché le finestre con temperature fredde siano destinate ad accorciarsi. Ciò è confermato anche dagli studi più recenti. Per esempio dal progetto FuSEAT che ha esaminato gli effetti del cambiamento climatico sull'innevamento. Rispettando l'Accordo di Parigi - mantenimento dell'aumento della temperatura media globale al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali - quasi tutte le aree sciistiche delle regioni alpine con impianti di innevamento moderni continueranno a disporre di neve. Le condizioni atmosferiche per l'innevamento peggiorano di circa il 10% a altitudini comprese tra 1.500 e 2.000 metri. Un recente studio canadese prevede che nei prossimi anni la necessità di produrre neve crescerà, così come il consumo di energia. Gli autori della ricerca sono giunti però alla conclusione che la politica di decarbonizzazione del Canada, anche con una netta crescita delle attività di innevamento, porterà le emissioni annuali ad attestarsi al di sotto del valore di base odierno.

Fino a che punto le tecnologie potranno supplire all'innalzamento delle temperature?

La produzione di neve a temperature superiori allo zero è tecnicamente fattibile. Abbiamo a disposizione il prodotto SnowFactory che produce neve quasi indipendentemente dalla temperatura dell'aria. Però, a causa del maggiore consumo energetico per metro cubo di neve, questa tecnologia non può essere usata come "sostituto" dell'innevamento tradizionale, ma piuttosto come integrazione nei punti critici, per singoli tratti di piste o per l'area nordica. La neve tecnica nei comprensori sciistici dipende quindi ancora dalle basse temperature. L'obiettivo è aumentare l'efficienza degli impianti che oggi richiedono pochi giorni freddi per innevare tutte le piste.

Verso quali mercati vi state orientando?

Siamo presenti ovunque si pratichi lo sci: abbiamo clienti in quasi 60 paesi. Tuttavia, i nostri mercati principali rimangono Italia, Austria, Svizzera, Francia. Il 70-80% del nostro fatturato è prodotto in Europa. Negli ultimi anni però abbiamo realizzato grandi progetti in Georgia, Azerbaigian o Cina. Lì c'è ancora un grande potenziale di crescita.

Su quali prodotti nuovi e alternativi vi state spostando?

Il Gruppo TechnoAlpin si è ampliato negli ultimi anni. L'azienda "Engo" a Varna ne fa parte e produce macchine rasaghiaccio, balaustre e altri accessori per le piste di pattinaggio. La "EmiControls" produce turbine per l'abbattimento della polvere e per l'antincendio. L'ultima ad essere entrata nel gruppo è l'azienda "Xleom", che produce veicoli elettrici all terrain. Utilizziamo il nostro know-how e la nostra rete per esplorare nuovi settori.













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