L'ANNIVERSARIO

Ortisei: il Museum Gherdëina festeggia il suo 60esimo compleanno

Anche se non ci sarà una grande festa a causa di Covid, l’anniversario sarà un’occasione per presentare l’ampia offerta del museo a gardenesi e ospiti, tra l’altro con una piccola mostra sui 60 anni nel foyer del museo, venerdì 7 agosto, e un percorso visivo attraverso la collezione



BOLZANO. Questo fine settimana il Museum Gherdëina festeggerà il suo 60esimo compleanno. Anche se non ci sarà una grande festa a causa di Covid, l’anniversario sarà un’occasione per presentare l’ampia offerta del museo a gardenesi e ospiti, tra l’altro con una piccola mostra sui 60 anni nel foyer del museo, venerdì 7 agosto, e un percorso visivo attraverso la collezione.

Grazie all’iniziativa di sette fondatori e la disponibilità di molti privati a dare in prstito opere pregevoli, il museo poteva aprire i battenti dopo due anni dalla fondazione dell’associazione, all’inizio di agosto del 1960 nella Cësa di Ladins nel centro di Ortisei. È stato il primo museo nell’Alto Adige del dopoguerra ad essere costruito su iniziativa privata e su base volontaria ed è stato ulteriormente sviluppato e ampliato sotto la quasi cinquantennale gestione di Robert Moroder.

All’inizio la collezione paleontologica e mineralogica di Heinrich Moroder Doss, i reperti archeologici del 1848 e alcuni preziosi oggetti d’arte sacra costituivano la base del museo. Oggi le collezioni comprendono la geologia, la paleontologia e la mineralogia, la flora e la fauna alpine, l’archeologia, l’etnografia, la pittura e la scultura e, non da ultimo, il lascito privato dell’attore e regista del cinema di montagna Luis Trenker. “La nostra casa ospita il patrimonio artistico e storico scientifico di un’intera valle", sottolinea Marie Theres Thaler, presidente del museo.

Il Museum Gherdëina comunque ha sempre visto il suo compito come qualcosa di più di una semplice conservazione. “Diamo grande importanza ad una mediazione contemporanea soprattutto per i gardenesi di tutte le età ma anche per i turisti”, spiega Thaler. Allo stesso tempo fin dall’inizio il museo ha coltivato anche lo studio e la ricerca della propria storia, soprattutto nell’ambito di 400 anni di produzione artistica. Nel campo della geologia e della paleontologia il museo è, grazie alla collaborazione con le università, molto ben collegato a livello interregionale e quindi anche un biglietto da visita della valle. “Ci consideriamo uno strumento di sviluppo dinamico, in cui si impara per il futuro da un approccio critico alla storia”, dice Thaler.

Questo approccio potrà essere vissuto anche in occasione del sessantesimo compleanno nel fine settimana. “Da venerdì ci sarà nel foyer una piccola mostra che riporta ai primi tempi del museo, durante tutto il mese di agosto verranno offerte visite guidate per piccoli gruppi a oggetti suggetivi di particolare valore simbolico per l’ientità culturale e si potranno acquistare i libri editi dal museo, anche le due ultime publicazioni ,Val Gardena. Un viaggio nel tempo’ e ,Mejes. La memoria di un paesaggio’ a prezzo ridotto”, spiega la direttrice Paulina Moroder. Per motivi di sicurezza si astiene da una grande festa. “Tuttavia vogliamo onorare i sostenitori del museo e i suoi mecenati e lo faremo all’Assemblea generale all’inizio di settembre”, spiega Moroder.

Infine, in occasione dell’anniversario il Museum Gherdëina guarda anche avanti. Così le grandi sfide per i prossimi anni saranno la salvaguardia delle collezioni, ma soprattutto l’adattamento dell’edificio nell’ambito del progetto già avviato dal Comune di Ortisei e dall’Union di Ladins de Gherdëina come proprietaria della casa. “Questo dovrebbe non solo aprire la possibilità di una presentazione entusiasmante delle nostre collezioni, ma anche - almeno questo è il nostro auspicio - essere accompagnato da un aumento delle risorse, in modo da poter sviluppare ulteriormente i settori della mediazione culturale e della ricerca in particolare”, spiega la presidente del museo, che apprezza la lungimiranza dei suoi predecessori di 60 anni fa: “Senza il museo”, dice Marie Theres Thaler, “alla valle mancherebbe qualcosa di importante”.













Altre notizie

Attualità