Turismo

Alta Badia, raffica di disdette dai turisti stranieri: dopo l’Epifania un salto nel buio 

Parla il presidente dell’associazione turistica Oscar Alfreider. Numeri soddisfacenti in questi giorni, ma c'è chi rinuncia soprattutto dall’estero: «Tra albergatori e ristoratori serpeggia l’incertezza» 


Ezio Danieli


BADIA. «La situazione del turismo in Badia al momento è buona, migliore di quelle che erano le previsioni. Ma i guai arriveranno dopo il 6 gennaio. Non sappiamo ancora quanti arriveranno in Alta Badia. Di sicuro non ci saranno molti degli stranieri che erano ospiti fissi e che ora sono più o meno costretti a restare a casa. Temo fortemente anche per i nostri collaboratori nei vari settori». Chi parla è Oscar Alfreider, presidente dell'associazione turistica Alta Badia.

«Tra gli operatori turistici, albergatori e ristoratori in particolare - continua Alfreider - regna l'incertezza, purtroppo. E continuano le disdette. Nel dicembre 2020 gli albergatori e i ristoratori sapevano che sarebbero rimasti con numeri ridotti. Quest'anno no e quanto previsto, anche come magazzino di prodotti, a novembre 2021, oggi è impossibile da ammortizzare. L'incertezza per ora domina tra tutti. Siamo inermi di fronte a questa quarta ondata. E comunque sappiamo che la montagna, gli spazi aperti e anche lo sci, le attività su pista, su neve e su ghiaccio, con mascherina e altre protezioni imposte dalle normative, sono meno contagiose rispetto ad altre situazioni dove si concentrano molte persone».

A Natale come è andata?

Le strutture in tutta l'Alta Badia avevano parecchi letti disponibili dopo l'inizio di stagione, per il ponte di Sant'Ambrogio. Adesso, negli ultimi giorni, s'è notata una certa ripresa. Il che è positivo. Sono soprattutto i nostri connazionali ad essere più presenti. Gli italiani confermano di essere lo zoccolo duro. Ma è degli stranieri che abbiamo bisogno.

Stranieri che rischiano di non arrivare per il periodo dopo il 6 gennaio...

Purtroppo è così. Le disdette continuano ad arrivare soprattutto da quei Paesi in cui il numero dei contagi è molto alto. Non possiamo farci niente se non sperare che la situazione migliori. Ma è solo una speranza.

Questa situazione rischia di avere problemi anche sui collaboratori?

Proprio così. Per la maggior parte di loro è stato sottoscritto un contratto che dura fino al 9 gennaio. Stiamo pensando ad una proroga di un mese e forse raggiungeremo un'intesa nella speranza che l'effetto della pandemia si faccia sentire un po' di meno. Anche questa incertezza non è semplice da gestire.

Lo stato d'animo fra gli ospiti presenti in valle com'è?

Direi buono, almeno per ora. I turisti però sono meno allegri del passato. Si nota che sono preoccupati per la situazione pandemica in atto. Ne risentono anche le manifestazioni che organizziamo come ente turistico. Si pensi al mercatino di Natale di Corvara, per fare un solo esempio: sono soltanto cinque le casette allestite, è completamente transennato e l'accesso è possibile soltanto mostrando il green pass. Una situazione che certo non è piacevole per la maggior parte degli ospiti.













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