Brera: «Io chiuderei San Vigilio ai veicoli»

Val badia. “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice” ha scritto Jean Claude Izzo. Per me di fronte alle montagne la felicità è un’idea semplice”. Così la pensa Guido Maria Brera, tanto...



Val badia. “Di fronte al mare la felicità è un’idea semplice” ha scritto Jean Claude Izzo. Per me di fronte alle montagne la felicità è un’idea semplice”. Così la pensa Guido Maria Brera, tanto innamorato delle montagne e dell’Alto Adige da venire a viverci.

Romano di nascita, milanese e londinese e badiota di adozione, Brera è noto non solo come dirigente d’azienda (ha creato il Gruppo Kairos, che opera nel settore del private banking e dell’asset management in Italia e in Gran Bretagna), ma anche come scrittore. “I Diavoli”, il primo romanzo con tinte autobiografiche, in cui il finanziere Massimo Ruggero che vive a Londra da 20 anni viene cresciuto professionalmente dallo spietato uomo d’affari Dominik Morgan, è uscito nel 2014. Nel 2020 Sky Italia ha prodotto l’omonima serie televisiva che ripercorre le vicende di Patrick Dempsey e Alessandro Borghi. Nel 2017 ha pubblicato “Tutto è in frantumi e danza”, in cui vengono ripercorsi gli eventi della globalizzazione, dalla crisi finanziaria del 2008 alle elezioni presidenziali americane del 2016. Dal 2014 Brera è sposato con la conduttrice televisiva Caterina Balivo, dalla quale ha avuto due figli. I due figli del suo precedente matrimonio sono vissuti a San Vigilio di Marebbe.

“A San Vigilio - dice Brera - c’è quella che considero la mia casa, da sempre. Era la nostra casa di famiglia, ora è diventata la casa delle mie due famiglie. Quando ho fondato la Kairos, ho messo nella clausola che io mi sarei diviso fra San Vigilio, Milano e Londra, con qualche puntata a Roma. Ci sono riuscito. Facevo una settimana a Londra o Milano e una settimana a San Vigilio. Non mi ha mai pesato fare 4 ore di strada in macchina per andare e tornare. Lavoravo, telefonavo. E soprattutto andavo a casa mia. Per 10 anni quella è stata la mia prima casa, e i miei figli per dieci anni hanno fatto la scuola a San Vigilio”.

Non è sempre facile per dei cittadini trasferirsi in montagna e soprattutto integrarsi nella comunità locale, eppure la famiglia Brera non ha mai avuto problemi. “È una comunità dura, ma vera, onesta. Lì ho veri amici da decenni, con i quali discuto e bisticcio anche. L’ultima volta è stato proprio quando sono apparse le prime avvisaglie del virus. Era metà gennaio: io viaggio molto, sapevo già cosa stava per succedere, ma nessuno mi ha ascoltato. Io già allora giravo con la mascherina. Avrei fatto di San Vigilio il primo paese covid free del mondo. Lo avrei chiuso, avrei chiuso subito gli impianti. Ma nessuno mi ha dato ascolto”.

Della sua Val Badia e del suo paese a Brera piace tutto. “C’è tutto: l’acqua, la neve, la natura e il rispetto della natura. È bella in tutte le stagioni. Lì passiamo gran parte del nostro tempo e sempre le vacanze di Natale, spesso insieme ad amici. Quest’anno avevamo la casa piena di gente. Mi piace d’inverno perché c’è quell’atmosfera da paesino da favola, e mi piace d’estate. Faccio lunghe passeggiate e mi godo il paese. Io non sono uno di quelli che vive rintanato in casa. Mi piace andare in paese, fare la spesa, prendere il caffè, vedere gli amici”.

In tanti hanno chiesto a Guido Maria Brera di entrare in politica. Lui dice sempre di no. L’unica carica che ricoprirebbe è quella di sindaco di San Vigilio di Marebbe. “Ma so che non mi voterebbero mai, perché per prima cosa chiuderei il paese alle auto”.

Ora Guido Maria Brera spera “che vengano i turisti soprattutto per aiutare l’economia della valle, e di tutte le valli, che sono state messe in ginocchio dall’epidemia. Per conto mio, ci passerò più tempo possibile. Preferisco la montagna al mare e penso che in molti questa estate scopriranno o riscopriranno la montagna. Vorrei solo lanciare un appello: se venite dalle nostre parti, rispettate la natura. Non gettate mascherine nei boschi. Ecco, se fossi il sindaco di San Vigilio metterei una taglia, ma grossa, su chi getta le mascherine nei boschi”. D.M.















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