Brunico, il Techpark «blinda» 5 mila posti
Stofner: «Non è un doppione, è una spinta per l’automotive»
BRUNICO. Cinquemila posti di lavoro. È questa la cornice strategica del "Noi", il nuovo Techpark di Brunico. Una cifra che è un impegno in termini occupazionali («dobbiamo sostenerli e incrementarli»)ma che definisce anche una specificità di valle: la Pusteria è un "distretto " industriale con la componentistica legata all'auto e alla mobilità come volano per lo sviluppo. "Per questo il Noi a Brunico non è una copia di quello di Bolzano" aggiunge Ulrich Stofner, alla destra di Kompatscher come responsabile dell'economia e motore dello sviluppo del Techpark nella zona industriale del capoluogo dentro lo sviluppatore costituito da Bls.
Dunque il Noi di Brunico non è un doppione replicato...
«No, assolutamente. Nasce con un obiettivo specifico: sostenere l'automotive. Tutta quella rete di imprese che si muove intorno alla componentistica e che costituisce la particolarità della Pusteria».
È un Techpark che nasce con una missione tutta sua...
«Solo sua. Per questo dopo il Noi di Bolzano e questo, non ne nasceranno altri. Bolzano sarà lo snodo dell'innovazione proiettato su tutto il territorio provinciale. Ed è già il laboratorio a 360 gradi per l'incubazione delle nuove imprese , per il sostegno di quelle esistenti e per aprire al dialogo con quelle che verranno da fuori».
Invece Brunico?
«Vuole rafforzare una predisposizione . Uno specifico orientamento imprenditoriale che esiste lassù è soltanto in quel distretto. Per questo l'idea di Arno Kompatscher è stata sviluppata in stretto contatto con le autorità locali».
Nel senso che la città di Brunico e il suo territorio hanno partecipato alla stesura del format?
«È accaduto proprio questo. Il Noi sarà un supporto strategico anche per il Comune. Faccio un esempio: si era partiti con il programma di avere uno parcheggio con 250 posti auto, poi il sindaco ne ha chiesti di più in base alle esigenze della comunità e ora ne costruiremo 450».
E poi ci sarà anche un centro congressi ...
«Si tratta di un’altra specifica giuntaci dai municipio. La Casa Michael Pacher è ormai obsoleta, ora col Noi , Brunico avrà un luogo contemporaneo per produrre e vivere eventi e convegni».
Come si rafforzano le imprese e si incrementa l'occupazione attraverso il progetto Techpark?
«Beh, abbiamo individuato tre direttrici. La prima è la formazione. E questo avverrà con la presenza dei ricercatori e dei docenti dell'Università di Bolzano. Che farà corsi duali e lauree in management e ingegneria . Poi con il know how che sarà fornito alle imprese con i ricercatori . Infine la ricerca applicata nei laboratori».
Come si riverserà il sapere nella valle?
«Innovazione e ricerca sono strettamente legate. E un settore strategico come l'automotive non potrà garantire la stabilizzazione della forza lavoro esistente e garantirne l'incremento senza l'applicazione delle nuove tecnologie».
Pensa a qualcosa in particolare?
« Penso all'elettrico, alla mobilità sostenibile. A tutta la produzione di componentistica che garantira' un futuro certo alle aziende . Questo potrà avvenire solo con la vicinanza tra centri di ricerca e imprese».
Servirà l'esperienza di Bolzano?
«Posso dire che è già servita . Ma il Noi di Brunico ha una mission specifica e in questo senso potrebbe essere favorito nel trovare subito il passo giusto. Lo abbiamo immaginato pensando all'esistente, ad un particolare settore produttivo e questo ha consentito di ottimizzare gli sforzi , di trovare subito le sinergie necessarie per applicare la ricerca del sapere alle sue possibili ricadute pratiche in termini produttivi e di sostegno sociale e occupazionale. E in più di far confluire nel programma di sviluppo del parco le esigenze funzionali di tutta una comunità. La sfida è partita e contiamo di vincerla».
©RIPRODUZIONE RISERVATA