La protesta

Ciclabile La Villa-Corvara, già 1.700 «no» all’asfalto 

Il fronte contrario al progetto sta raccogliendo adesioni fra cittadini e turisti. Il consigliere Manfred Canins: «Bene le opere per i ciclisti ma non a discapito di tutti gli altri»


Ezio Danieli


BADIA. Sono già oltre 1.700 le firme raccolte contro la pista ciclabile fra La Villa e Corvara che il Comune di Badia vuol realizzare con una spesa di oltre 3 milioni di euro. In più di 1.200 hanno sottoscritto la petizione online, oltre 500 hanno aderito sulla carta. Molti anche i turisti che hanno aderito.

La raccolta delle firme continuerà con l’obiettivo di raggiungere quota 2.500 in modo da convincere l'amministrazione di Badia a rivedere il contestato progetto che ha avuto il via libera dal consiglio comunale nell’ultima seduta con il benestare della maggioranza e con i voti contrari dell’opposizione,

La pista pedociclabile, con derivazione anche per San Cassiano, dovrebbe essere larga 4 metri dei quali 3 riservati ai ciclisti. Il progetto prevede che il tratto di pista sia completamente asfaltato.

I motivi del no in consiglio vengono spiegati da Manfred Canins della lista di opposizione: «La popolazione non è stata adeguatamente informata come previsto dal regolamento mobilità ciclistica della Provincia, la Cooperativa turistica Alta Badia responsabile della gestione della passeggiata non è stata interpellata e ascoltata».

Secondo Canins «non si può rovinare un’infrastruttura che è stata ideata originariamente per i pedoni e che funziona bene da 40 anni. La passeggiata lungo il sentiero che scorre a fianco del rio Gdera è molto trafficata da bici, famiglie con carrozzina, cani al guinzaglio, cavalli che ormai condividono il sentiero con reciproco rispetto. Riservando 3 metri ai ciclisti i pedoni dovrebbero andare in fila indiana, il che è impensabile. I ciclisti si sentirebbero padroni della pista ed aumenterebbero la velocità mettendo a rischio i pedoni e soprattutto le famiglie. Come si fa a spiegare ad un bambino che deve stare sulla sua corsia? Come farebbero le mamme con le loro carrozzine? Verrebbe a meno il principio della sicurezza».

L’asfalto dovrebbe favorire i ciclisti con la bici da corsa. E anche qui Canins ha qualcosa da ridire: «I ciclisti da strada non andrebbero sulla nuova pista in quanto troppo trafficata da altre categorie e venendo così a meno la sicurezza; chi vuole spostarsi fra i singoli paesi per motivi di lavoro o altro può tranquillamente utilizzare già oggi la passeggiata esistente, avendo molti una E-bike per motivi ambientali. L’asfalto va vicino alla strada e non lungo la passeggiata suggestiva. Si creerebbe una situazione di disagio e di disapprovazione da parte di tutte le categorie».

Canins ricorda che c’è stata una forte disapprovazione da parte della popolazione già prima che venisse approvato il progetto in consiglio. «Sulla passeggiata La Villa - S.Cassiano - ricorda - la Cooperativa Turistica ha creato ancora quando ero io direttore il sentiero degli artisti con rinomati e quotati artisti. Inoltre, in località Adang sta nascendo un nuovo maneggio che punta alle passeggiate a cavallo. Ma i cavalli come le carrozze sarebbero vietati lungo la ciclabile».

Canins, a nome degli altri consiglieri di opposizione, si dice favorevole «a migliorare l’offerta per i ciclisti ma non a scapito dell’offerta per i pedoni, runner, famiglie con bambini e cani, cavalli. D’accordo perciò ad ottimizzare il fondo con sterrato macinato più fine ma assolutamente contrari all’asfalto o al cemento. La passeggiata va migliorata ma deve poter essere condivisa da tutte le categorie».

Poi fa delle proposte per chi in bici va sulla strada: «Rendere ciclopedonale il marciapiede fra i paesi. Questo va adeguatamente allargato o progettato in modo tale nei tratti mancanti. Abbiamo esempi appena realizzati come il tratto fra Novacella e Sciaves. Proponiamo la corsia preferenziale dove possibile; limitare la velocità nei centri abitati prevedendo dove possibile una corsia per i ciclisti; regolare meglio la convivenza sui sentieri con apposita segnaletica; rendere obbligatorio l’utilizzo di un campanellino sulle bici e sulle mountain bike».

Il Comune cosa farà? Per il momento resta del parere di confermare il progetto approvato in consiglio nella speranza che sia accolto dalla Comunità di Valle e poi finanziato, almeno in parte, dalla Provincia.













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