fondo di rotazione 

Contributi al turismo, la Badia esclusa protesta

BADIA. Oltre che per le condizioni delle strade, gli albergatori della Badia protestano contro i nuovi criteri applicativi per il fondo di rotazione che riguardano i contributi a fondo perduto per il...



BADIA. Oltre che per le condizioni delle strade, gli albergatori della Badia protestano contro i nuovi criteri applicativi per il fondo di rotazione che riguardano i contributi a fondo perduto per il settore turismo. La congiuntura economica attuale ha fatto sì che già lo scorso anno si registrasse un incremento delle richieste di accesso al fondo e, per garantire anche in futuro la finanziabilità delle istanze, la Ripartizione economia ha ritenuto necessario procedere a un adeguamento dei criteri. "Vogliamo concentrare meglio i finanziamenti per perseguire in modo sempre più puntuale gli obiettivi primari del fondo stesso. Vogliamo così sostenere in modo deciso le zone che necessitano di un supporto, per evitare lo spopolamento e promuovere la nascita di nuovi posti di lavoro", ha sottolineato il presidente della Provincia Arno Kompatscher.

Un ulteriore criterio introdotto con le modifiche approvate prevede per le imprese del turismo un fatturato annuo massimo, pari a 1,5 milioni di euro, oltre il quale l’azienda non potrà accedere alle agevolazioni. Infine d’ora in poi ciascun esercizio potrà presentare una sola domanda nell’arco di tre anni solari. Secondo un criterio valido finora solo per il fondo di rotazione per il turismo, l’importo massimo del prestito erogabile in caso di nuova impresa viene ridotto da 80 mila a 50 mila euro.

Non ci sta, per esempio, Paul Pizzinini titolare dell'albergo Rosa Alpina di San Cassiano: "La decisione della Provincia ci penalizza fortemente. In Alta Badia abbiamo dimostrato di avere fatto molto per il turismo. Con questa decisione la Provincia ci penalizza fortemente, visto che non è più possibile attingere a fondi che erano per noi importantissimi per i lavori di ristrutturazione dei nostri esercizi. E' l'ennesima scelta che ci penalizza fortemente, come i mancati interventi per sistemare le strade che sono in pessime condizioni."

Sul problema avevano preso posizione anche i Ladins Dolomites proprio nei giorni scorsi. Il presidente Hubert Dalponte, in una nota, aveva scritto che l'accesso al fondo di rotazione "viene negato alle località maggiormente sviluppate, condizione nelle quali si trovano molti centri ladini. Ciò significa agevolare la concorrenza non sempre corretta. A livello politico le vallate ladine hanno dimostrato sempre fedeltà al partito di maggioranza. Fedeltà che si è rivelata essere un boomerang. È la debolezza dei rappresentanti ladini, in primis i sindaci, a fare si che i ladini debbano accontentarsi appena appena della briciole. Tra non molto ci saranno le elezioni e ci si deve augurare che i ladini rivendichino la propria sovranità nelle decisioni, ricordando che per essere sovrani serve coraggio e non sottomissione".(e.d.)













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