L’ex direttore del Cascade: «Licenziato perché italiano» 

Il caso a Campo Tures. Antonio Di Stasio ha presentato una denuncia: «Discriminato perché non parlo tedesco» Di altro avviso Comune e Sport center che gestisce il centro wellness: «Non gli è stato rinnovato il contratto in scadenza»


Fausto Da Deppo


Campo tures. Antonio Di Stasio non è più il direttore della Sport Center, società che gestisce il centro Cascade, piscine e wellness ai piedi delle cascate di Riva a Campo Tures. O almeno non lo sarà più dal 1° novembre.

In una denuncia registrata dai carabinieri, in un’intervista a Rai Südtirol e in una nota pubblicata sui social, ha spiegato di “esser stato invitato (giovedì, ndr) a firmare un recesso anticipato del mio contratto” e di aver ricevuto comunicazione del “mio licenziamento” dal presidente della Sport Center Martin Huber. La Sport Center è una società con socio unico il Comune di Campo di Tures e Huber, afferma Di Stasio, gli avrebbe riferito un messaggio del sindaco Josef Nöckler, che, scrive Di Stasio, “aveva deciso il mio licenziamento da direttore del Cascade perché, essendo lui un patriota, non gradiva che alla guida della struttura ci fosse un italiano, di lingua italiana, malgrado avessi anche fatto l’iscrizione presso una scuola di tedesco”.

Di Stasio sottolinea a questo punto “che da professionista mi sento emarginato e vittima di una discriminazione razziale dovuta alla lingua. Mi farebbe piacere salutarvi tutti con la consapevolezza che ho lavorato con degli ottimi professionisti e soprattutto ho lavorato con il cuore, a volte anche per 14 ore al giorno”. Infine i ringraziamenti agli utenti e “a tutte le persone che ho conosciuto durante questa esperienza”.

Un messaggio forte, parole che hanno fatto un certo rumore a Campo Tures soprattutto quando accennano a “una discriminazione razziale dovuta alla lingua”. Un messaggio che ha fatto sobbalzare anche il nuovio sindaco Josef Nöckler, la cui replica al telefono è scattata sorpresa nel negare ogni ipotesi di scelta eventualmente discriminante: “Non è assolutamente vero che abbiamo discriminato Di Stasio - dichiara Nöckler, insediatosi da poco dopo le elezioni amministrative di settembre e succeduto a Siegfried Steinmair - Semplicemente il suo contratto era in scadenza il 31 ottobre prossimo e l’abbiamo informato che non sarebbe stato rinnovato”. Nöckler è stupito: “Non so perché Di Stasio abbia detto quello che ha detto. Non ne conosco davvero i motivi, anche perché non conosco bene lui e lui non conosce me. Dico solo che ho lavorato per decenni in una ditta privata e ho avuto moltissimi contatti con italiani e non mi sognerei mai di fare una discriminazione su base linguistica e/o etnica”

Dal presidente della Sport Center Huber arrivano parole e stupore simili: “A Di Stasio abbiamo fatto sapere che il suo contratto, valido dall’11 novembre 2019 e in scadenza a fine ottobre, non sarebbe più stato più rinnovato e non era nemmeno più possibile rinnovarlo. Forse il malinteso nasce proprio qui. Per il posto di direttore, tra i requisiti previsti nel relativo concorso c’è il bilinguismo italiano tedesco. Un direttore che parli solo l’italiano non ci può essere e non perché lo decida io o il sindaco o perché qualcuno discrimini qualcun altro, ma perché, controllando i requisiti, la commissione esaminatrice escluderebbe un candidato non bilingue. Se Di Stasio ha i requisiti per candidarsi o se li avrà può o potrà partecipare al concorso”.

Huber torna sulla firma chiesta giovedì a Di Stasio: “Non si è trattato di un licenziamento - dice - Il documento firmato spiega che il contratto di Di Stasio non sarà prolungato e lo stesso Di Stasio è da ieri (giovedì, ndr) in ferie retribuite. Perché quel documento? Perché abbiamo deciso che era meglio che Di Stasio non guidasse il Cascade in questo mese probabilmente deluso e poco motivato dopo la comunicazione del non prolungamento del rapporto di lavoro”.

E anche qui Di Stasio non ci sta: “Non sono stato messo in ferie, ma in congedo retribuito. Dopo un recente consiglio di amministrazione, Huber mi ha fatto i complimenti per il lavoro svolto e mi ha invitato a lasciare l’ufficio e prendere le mie cose. Io adesso non voglio un euro - sottolinea - ma voglio che mi venga chiesto scusa. Che venga chiesto scusa a me e a chi lavora al Cascade pur parlando “solo” italiano. Tempo fa, mi era stato prospettato il prolungamento del contratto fino al 31 marzo 2021. Mi era stato detto che avrei dovuto studiare il tedesco e io mi sono iscritto a una scuola a Brunico. Tre anni fa feci una proposta di affitto per il Cascade. Fu rifiutata, ma nell’ottobre scorso il Comune mi chiese se volevo provare a dirigere il centro. L’ho preso in mano con un debito oltre il milione e abbiamo pagato tutti i fornitori. Adesso? Ho la mia azienda”.













Altre notizie

Attualità