il processo

Omicidio di Versciaco, per il medico legale Fatima fu soffocata

A processo con l’accusa di omicidio volontario aggravato, il marito della 28enne uccisa incinta all’ottavo mese 



BOLZANO. Il medico Dario Raniero, che effettuò l'autopsia sul cadavere di Fatima Zeeshan, ha confermato oggi, 19 maggio, in tribunale che la causa del decesso della donna di 28 anni fu l'asfissia meccanica acuta: in altre parole morì soffocata, per la pressione prolungata di una mano o un braccio che le tennero la bocca e il naso chiusi, probabilmente utilizzando anche uno straccio.

Vennero rinvenute solo delle piccole ferite interne alla bocca e questo spiega che la pressione non fu tale da causare ferite esterne.

I colpi inferti sul corpo della donna, che venne presa a calci, non furono invece mortali.

I particolari sono emersi oggi in tribunale a Bolzano, nel corso del processo per omicidio volontario aggravato a carico di Mustafa Zeeshan, marito di Fatima. L'uomo, pizzaiolo pachistano, nella notte tra il 29 e il 30 gennaio 2020 a Versciaco, in Pusteria, uccise Fatima, incinta all'ottavo mese, picchiandola e soffocandola nella loro casa.

Oltre al medico sono stati sentiti anche il perito che analizzò i telefoni cellulari della coppia ed un conoscente pachistano della famiglia, che ha però ritrattato diverse dichiarazioni rese in fase di indagine ed in particolare la circostanza che uno sconosciuto gli avrebbe suggerito di "restare fuori da questa storia". 













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