Per le guide estate ad alta quota: bene sulle cime, male in palestra 

La stagione estiva. Armin Senoner e Mara Silla: «In parete le distanze sono normali e non servono mascherine L’attività indoor è ferma e non si sa quando e come ripartire. Non sarà semplice perché per salire si toccano le prese»


Daniela Mimmi


Val gardena. Lui, Armin Senoner, vincitore del record mondiale di speed ride cinque anni fa giù dal Gran Zebrù a Solda, è guida alpina per il gruppo Gardena Guides di Selva e maestro di sci.

Lei, Mara Silla, occhi blu e lunga treccia bionda giù per la schiera, sta diventando una guida alpina ed è anche lei maestra di sci. Insieme portano i clienti su e giù per le montagne, a fare trekking, ferrate, arrampicate. Anche per loro questa sarà un’estate diversa.

“Noi che lavoriamo prevalentemente all’aperto, avremo meno problemi di quelli che devono lavorare al chiuso – dice Mara Silla - A fare trekking si va in poche persone e possiamo stare distanziati. Le ferrate si fanno con quattro persone al seguito al massimo, l’arrampicata con un paio. Le distanze per noi sono normali, perché normalmente sulla stessa corda si sta a un paio di metri uno dall’altro. Non credo poi che ci venga o verrà imposto l’uso della mascherina. Al massimo la useremo quando si arriverà in cima e si farà la sosta, ma al momento non abbiamo ancora ricevuto disposizioni di nessun genere”.

Il vero problema potrà nascere all’interno delle palestre e sulle pareti indoor, come conferma Armin Senoner. “A Selva Gardena abbiamo la nostra palestra per fare allenamento e insegniamo anche a molti ragazzini locali. Per ora è tutto fermo e non sappiamo quando e come riusciremo ad aprire. Dobbiamo tenere le distanze? Ci vorrà il numero chiuso? Non sarà semplice gestire il tutto perché, ad esempio, per salire si toccano le prese. Si parla di vietare ad esempio la magnesite, che è quella polvere bianca che serve affinché le mani non scivolino sulle prese, con una soluzione liquida di magnesio e alcol. Ma vedo la cosa un po’ complicata, perché il sacchetto di magnesite si porta legato alla cintura e se ne tira fuori un po’ quando le mani cominciano a sudare e scivolare. Non credo che si possa usare il liquido, o almeno non capisco come lo si possa usare appesi a una parete a 15 metri da terra. Un altro problema che dovremo affrontare - continua Senoner - è rappresentato dal nostro ufficio. Chi fare entrare? Come possono prenotare? Possiamo dare i dépliants? Dobbiamo mettere le pareti di plexiglas? Stavamo pensando di allestire un piccolo stand sulla piazza, per accogliere lì la gente”.

E a questo punto l’estate che sta per arrivare, loro come peraltro un po’ tutti, la vedono “strana”. “Avremo i nostri fedeli clienti italiani – dice Mara Silla – Ma se non aprono i confini con Germania e Austria sarà un danno enorme per tutti. Hanno disdetto tutti i nostri clienti da oltre oceano, soprattutto da Stati Uniti e Corea”.

E aggiunge Armin Senoner: “Io sono mediamente ottimista. Ci hanno già contattato tanti clienti dal Veneto, dall’Emilia Romagna, dalla Svizzera. Tutti vogliono venire. La nostra è un’attività all’aria aperta, decisamente gestibile. E inoltre gli amanti della Val Gardena sono tanti, sparsi in tutto il mondo. Penso che quest’anno la montagna sarà privilegiata rispetto al mare, perché ispira di per sé un’idea di salute e benessere e perché in montagna c’è più spazio”.

Intanto, anche Armin Senoner e Mara Silla non hanno una data precisa per la ripartenza della loro attività, come del resto i gestori degli alberghi, dei bar e dei rifugi. “Ripartiremo quando riapriranno loro - dicono - In valle si parla di prolungare la stagione fino a metà ottobre e potrebbe essere un’idea interessante, dovendo partire un mese in ritardo”.

Ma cosa hanno fatto Senoner e Silla nel loro primo giorno di libertà? “Ovviamente una bella arrampicata e poi sci alpinismo. E tanto lavoro, perché stiamo lavorando alla manutenzione dei sentieri e delle vie in vista appunto dell’estate. Ci sono sempre massi da spostare e alberi da tagliare”.

Tra tante speculazioni e tante speranze su ciò che potrà essere e accadere, intanto si possono trarre i primi bilanci degli ultimi due mesi, delle cose non fatte e di quelle che invece sono state possibili. Cosa si portano dietro da questa esperienza obbligata legata all’emergenza coronavirus Mara e Armin? Mara Silla: “Ho imparato a vivere meno freneticamente, a godere di ogni momento, a dare valore al tempo, a curarmi di me e a non dare nulla per scontato”. Armin Senoner: “Mi sono reso conto che non serve tanto per stare bene e che, anche se ho sempre cercato l’adrenalina pura, la felicità vera è stare con Mara e i miei genitori”.

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