S.Cristina trova la casa per ospitare sei profughi 

Dopo il sì al progetto Sprar, individuato l’alloggio nell’edificio comunale Benstè Nel piano sopra ambulatorio e centro giovani: sono necessari alcuni lavori


di Ezio Danieli


SANTA CRISTINA. A Santa Cristina si lavora per dare concretezza all’adesione al progetto Sprar per l’ospitalità ai richiedenti asilo ed è stata individuata una soluzione per accogliere sei dei 7 profughi attesi. Si tratta dell’edificio di proprietà comunale che si chiama Benstè. Al piano inferiore ci sono ambulatorio del medico e sede dei giovani. Il piano superiore potrebbe accogliere i profughi a patto che si facciano dei lavori di sistemazione che il sindaco Moritz Demetz e l’assessore Renate Senoner intendono eseguire.

Il sindaco si sta interessando e dovrebbe, entro poco tempo, avere le idee più chiare su quanto occorre fare per rendere casa Benstè adeguata all’accoglimento dei richiedenti asilo. A Santa Cristina, dove la Svp è in maggioranza, c’era stato un parere favorevole all’adesione allo Sprar: 10 sì e un’astensione.

Lo Sprar, lo ricordiamo, è un sistema di accoglienza e integrazione elaborato per far fronte al fenomeno migratorio nelle piccole come nelle grandi comunità. È fondato su alcuni principi cardine: accoglienza diffusa (piccoli nuclei abitativi anziché ammassamenti), coinvolgimento attivo dei singoli Comuni, supporto attivo dello Stato, accelerazione dei percorsi di integrazione e di autonomia con cui inserire i migranti, riduzione dei tempi di riconoscimento o meno del diritto di permanenza sul nostro territorio, maggiore coinvolgimento dell’Europa. In sostanza, lo Sprar, al quale hanno aderito già oltre 500 municipi in Italia con un forte incremento nell’ultimo anno, punta su piccoli numeri di ospiti (5-6 persone per i Comuni sotto i 2.000 abitanti), assicura ai Comuni maggiore autonomia e controllo, li aiuta con un sostegno economico che arriva al 95% delle spese, avvia processi intensivi di integrazione limitati nel tempo (un anno) e blocca ulteriori arrivi attraverso un’apposita clausola di salvaguardia. Infine, permette progetti mirati per le specificità di ogni territorio e consente di occuparsi anche di minori e persone disagiate.

La comunità comprensoriale Salto Sciliar aveva illustrato il progetto ai singoli Comuni e Santa Cristina, aveva risposto positivamente all’invito. Un sì che consentirà di andare incontro, per esempio, alle persone che, uscite dai centri di accoglienza con il permesso di soggiorno, non hanno progetti chiari. Anche Selva ha detto sì allo Sprar: il benestare è stato dato grazie ai voti della lista civica del sindaco e dei Ladins, mentre la Svp, forza di opposizione, si era divisa, con il parere contrario di un esponente e l’astensione degli altri tre. A Selva arriveranno 9 profughi, ancora non si sa dove saranno alloggiati.













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