Tunnel sotto i passi, i Ladins: «È l’unica soluzione possibile» 

La proposta. Il Movimento invita le tre Province ad avere più coraggio nelle scelte «Altrimenti chiamiamo in causa gli investitori privati con un progetto che sia appetibile»


Ezio Danieli


corvara/SELVA. Qualcosa deve essere fatto per frenare il traffico sui passi dolomitici. La discussione è ripresa dopo che la Provincia di Trento ha dichiarato di essere contraria a qualunque provvedimento di restrizione nella prossima estate. Bolzano non è d'accordo, Belluno non si è ancora espressa. Forse i prossimi incontri politici riusciranno a sbrogliare la matassa. In questo contesto ha lanciato la sua proposta Oscar Alfreider, presidente dell'associazione turistica di Corvara: un tunnel sotto il gruppo del Sella con una rotatoria a metà galleria per consentire le deviazioni per la Gardena Fassa ed Arabba. Il sindaco di Corvara ha espresso il suo appoggio, quello di Selva è decisamente più cauto per l'eccessivo costo dell'opera e per i lunghi tempi di realizzazione. Ora, con una presa di posizione favorevole, interveniene il movimento dei Ladins Dolomites: «Sono anni - si legge nel documento - che a marzo inizia la stessa discussione. Nessuna soluzione è buona per un motivo o per l’altro a meno che non si voglia risolvere alla radice il problema del collegamento tra le varie valli ladine. Questo è possibile con la realizzazione di gallerie di collegamento tra le valli che così verrebbero pienamente integrate con tanto di vantaggio per l’economia e per l’ambiente. A questo punto sì che si potrebbero chiudere i passi che potrebbero diventare uno scenario idilliaco per il turismo della bicicletta che grazie anche all’innovazione tecnologica può diventare lo “sci dell’estate” con tanto di vantaggio per l’intera economica delle valli e di tutto l’indotto». Chi poi vuole raggiungere i passi ed ammirare il paesaggio «lo può fare tramite appositi mezzi pubblici o gli impianti di risalita. Le province coinvolte - così ancora i Ladins - devono dimostrare coraggio e lungimiranza se si vuole portare l’offerta turistica delle valli ladine ad un livello superiore perché attualmente ci si trova in un collo di bottiglia. Che la Provincia di Bolzano non voglia e non riesca ormai lo hanno capito tutti. Cambiano gli assessori alla mobilità ma solita melina, con il calcio all’italiana non si vince la Champions League. Ma dall’altro lato non si può certo dipendere dalla politica che spesso usa logiche non comprensibili ai comuni mortali. Se le Provincie interessate non si muovono allora vanno chiamati in causa gli investitori privati cercando di sviluppare un progetto che sia appetibile ed a vantaggio delle intere comunità. E perché no “costringere” le società che gestiscono gli impianti di risalita e che godono del privilegio della servitù obbligatoria su terreno altrui di investire le risorse disponibili nella mobilità».













Altre notizie

Attualità