Turismo

Val Gardena, sulle piste da sci almeno 20 interventi al giorno 

Il bilancio della stagione invernale: solamente la Croce Bianca ne fa sei, poi ci sono Rossa, Aiut Alpin e Catores. Hermann Delucca: «I feriti sono di tutte le età. Spalla, commozioni cerebrali, bacino, polsi e arti inferiori gli infortuni più frequenti»


Stefano Zanotti


VAL GARDENA. Per le organizzazioni di soccorso della val Gardena i mesi invernali sono quelli che fanno registrare il maggior numero di interventi.

Abbiamo fatto il punto sul tema alcentro di protezione civile a Soplases, tra i paesi di Ortisei e Santa Cristina. Si stima che medialmente siano 20 – 30 gli interventi giornalieri sulle piste della Val Gardena. Tramite il 112 la sola Croce Bianca interviene in media 5-6 volte al giorno. Numerosi anche gli interventi della Croce Rossa, dell’Aiut Alpin e dei Catores. «Negli incidenti sulle piste vengono coinvolte persone di ogni età. Certo, i più giovani meno frequentemente», sottolinea Hermann Delucca, capo servizio della sezione Val Gardena

Quali sono le conseguenze piú frequenti di un incidente sulle piste?

«Lussazione di una spalla, commozioni cerebrali, fratture del bacino, polsi e arti inferiori rotti».

Di quante ambulanze dispone la sezione in Val Gardena?

«Di solito sei, di cui, durante la stagione invernale, due a disposizione 24 ore su 24 per la centrale del 112».

Per cosa vi chiamano in causa più spesso?

«Giornalmente veniamo chiamati cinque – sei volte per interventi sulle piste da sci, dove prendiamo in carico persone infortunate e assistite fino al nostro arrivo dai soccorritori, prevalentemente dai carabinieri. Questi interventi si concentrano maggiormente nel fine settimana o nelle giornate con scarsa visibilità. In aggiunta il lunedì, mercoledì e venerdì programmiamo molti trasporti di persone nelle strutture sanitarie di Bolzano e Bressanone, e non solo, per visite particolari, dialisi o altro. Nel 2021 i trasporti sono stati oltre 5 mila pari ad una media di 14 al giorno (record assoluto), mentre gli interventi attraverso il numero di emergenza 658 (circa un terzo in meno di quelli registrati prima della pandemia). Anche per noi il lavoro è cambiato un po’ negli ultimi due anni».

Per coprire 24 ore di servizio quante persone servono?

«Per la stagione invernale disponiamo di 10 dipendenti e 90 volontari che a turno coprono i servizi che variano da 6 a 12 ore . Mentre i turni di giorno sono coperti sia da volontari che da dipendenti, i turni notturni, così come quelli festivi vengono garantiti solo dai volontari, a cui va il mio plauso, considerato anche il fatto che coprono il 60 per cento del tempo necessario per garantire un servizio 24 ore aal giorno per 7 giorni alla settimana».

I due anni di pandemia hanno condizionato il lavoro dei volontari?

«Sì, a partire dal primo lockdown si sono avvicinate più persone del solito alla nostra organizzazione per informarsi su come potevano diventare volontari della Croce Bianca, soprattutto giovani. Negli ultimi due anni, tra l’altro, si sono aggiunte nuove mansioni, come i test e i vaccini legati al Covid. Paradossalmente, ma forse neanche troppo, questa pandemia ha contribuito a far conoscere di più la sezione della Val Gardena, o meglio la Croce Bianca su tutto il territorio provinciale. In altre parole la popolazione ha cercato di capire più nel dettaglio ciò che facciamo e ci apprezza, se possibile, ancora più di prima. Questo per noi non può che essere un aspetto positivo», conclude il capo servizio della Gardena.

In questo momento la sezione della Val Gardena della Croce Bianca registra oltre mille soci. Considerata la presenza di altre prestigiose organizzazioni di soccorso sul territorio, come ad esempio l’Aiut Alpin, questo è un motivo di vanto per i responsabili locali.

Il senso civico e il volontariato nella vallata ladina si confermano, dunque, valori davvero imprescindibili.













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