i dati

Sono 419 i richiedenti asilo in Alto Adige: 114 dall'Ucraina e 305 da altri Paesi

I numeri forniti dall'assessora Waltraud Deeg durante la question time



BOLZANO. In risposta a un'interrogazione di Marco Galateo (Fdi), l'assessora Waltraud Deeg ha chiarito durante la question time che le strutture di accoglienza, gestite dalla provincia in base a un accordo col Commissariato del Governo, il quale ente decideva chi potesse essere accolto e risarciva i costi. I dati: 419 erano le persone che avevano presentato domanda d'asilo attualmente, di essi 114 dall'Ucraina e 305 da altri Paesi. Nel dettaglio, 47 Ucraini erano ospitati a Bressanone, 28 a Barbiano, 39 a Lana, in diverse strutture gestite da Croce Rossa, Caritas e Ordine teutonico. In quanto ai restanti 305, 34 erano alla caserma Gorio, 36 a Merano, 73 all'ex Alimarket, che è centro di prima accoglienza, 20 a Nova Levante, 33 della Caserma di Bressanone, 52 a Merano a casa Arnika e 44 a Prissiano, 14 al CAS di Bolzano: 34 + 73 + 14 erano quindi quelli ospitati nel capoluogo.

Si ipotizzava con la fine dell'inverno nuovi eventi bellici e quindi un'ulteriore ondata di profughi, alla quale si intendeva essere pronti. In collaborazione con Consiglio dei Comuni, Comunità comprensoriali e Assb era già stato attivato a settembre un gruppo di lavoro: ora era stato chiesto di istituire nuove strutture CAS, adatte anche a famiglie, che rappresentavano i nuovi arrivi.

Era stata concordata una percentuale di ripartizione tra regioni. La normativa di accoglienza nelle CAS era ben disciplinata a livello statale; per persone che attraversavano il territorio c'erano strutture apposite.













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