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«Tante promesse per Bolzano. Anche per questo molti astenuti»

L’ex sindaco. «Gli elettori italiani sentono di contare sempre meno Il paradigma sono i tanti progetti fermi da anni nel capoluogo Il centrosinistra? Deve stare vicino alla gente. Guardate Gennaccaro»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Lei che ne ha viste tante, che vede adesso? «Parla della politica?» Anche. «Poca voglia di ascoltare e di parlare come parla la gente». E della gente, soprattutto degli italiani quasi spariti? «Poco appassionati alla politica e ai politici. Li posso capire. Guardiamo Bolzano, unico luogo dove hanno la maggioranza: sono vent’anni che la Provincia, che decide, l’ha un po’ dimenticata. Infrastrutture, opere. Pensi al Polo bibliotecario: ne parlavo nel 2003. Ora, se nasce, nasce già vecchiotto…». Parla piano Giovanni Salghetti. É la sua formazione, anche politica. Vicino ai dem ma soprattutto vicino a quelli che fecero l’impresa dell’autonomia, Alcide Berloffa, Giorgio Pasquali, Giancarlo Bolognini. E pure Giuseppe Sfondrini,Michele Di Puppo. É stato sindaco per tanti mandati. L’ultima infrastruttura decente che i bolzanini hanno visto realizzata, l’ha aperta lui: l’Arginale. Voleva raddoppiarla, non gliel’hanno consentito. Dicevano che sarebbe bastata la Ss12 in galleria: mai fatta. O l’A22 in tunnel, altrettanto. Quando stava in mezzo a queste cose, gli italiani in Provincia avevano assessorati come industria e trasporti. Adesso è tanto se hanno almeno la cultura italiana.

Dottor Salghetti, stupito di questa ritirata della presenza italiana in provincia?
Direi di no. Non è da oggi. Certo, oggi è peggio di ieri. C’è una diffusa disaffezione. Basta guardare la percentuale degli astenuti. E non solo qui, nel Paese.

Qui cosa ci sarebbe di diverso?
Che l’autonomia, in termini teorici, dovrebbe consentire di decidere su quello che ti riguarda. Ma anno dopo anno molti hanno compreso che c’era poco da decidere. C’è un partito che, pur in crisi come la Svp, decide quasi su tutto. C’è una maggioranza in provincia che non sembra lasciar spazio anche laddove, come il capoluogo, gli italiani potrebbero fare qualcosa di più.

É dunque Bolzano il terreno su cui si avverte di più questo distanziamento?
Evidentemente sì. E me lo spiego col fatto che si percepisce una capacità di contrasto decisiva che viene dall’esterno della città. Dalla Provincia.

Come emerge questo contrasto che risulterebbe frustrante per l’elettorato italiano?
Bolzano sono vent’anni che vive di promesse. Troppe promesse non realizzate. Dai e dai forse tra qualche anno, dopo venti di attesa, si farà qualcosa, ma non so quanto servirà questa enorme biblioteca quando il problema dei ragazzi e degli studenti è invece quello di trovare un alloggio a buon prezzo o gli studentati.

Vede gli italiani demotivati?
Il voto fa emergere questo. Ma non è solo colpa “degli altri”. Ci sono sovvenzioni, aiuti, case popolari. C’è chi sta bene nel sistema e dunque tace e acconsente.

E i partiti?
Non stanno benissimo. Pensi alla Svp. Esce da una stagione di polemiche e di litigi interni. Persino tra presidente e Obmann. Una volta, con Silvius Magnago o Luis Durnwalder, non sarebbe volata una mosca. E poi scissioni, come quella di Thomas Widmann. E pressioni della destra tedesca.

Teme questa progressione alla destra della Svp?
Più che temerla noto una continuità con quello che accade in tutte le elezioni dell’est e del nord Europa. Anche in Germania. Evidentemente il mondo tedesco vede nell’immigrazione un pericolo.

E lei?
Se non ci fosse, domani chiuderebbero bar, ristoranti, ospedali, Rsa….

E invece i partiti italiani?
Beh la destra non è andata bene, nonostante le premesse. FdI con Meloni al 30% ne ha fatti solo due. Poi la Lega. Qui la questione riguarda le scarse performance di governo. Aveva tutte le possibilità di incidere con due assessori in giunta. Non è stato così. Per anni hanno solo sottoscritto quello che decideva la Svp. Solo alla fine si è mosso qualcosa. Troppo. L’immagine era già compromessa.

E il centrosinistra?
Qui è avvenuto un fenomeno che dovrebbe far riflettere. Angelo Gennaccaro. Non ha sparso tanta ideologia ma è stato in mezzo alla gente, ha detto cose pratiche. Probabilmente prendendo voti tra chi votava altri partiti italiani.

Anche il Pd?
Perché no? E poi dai partiti spariti: movimento 5Stelle, Forza Italia, Lega….

Al di là della capacità di penetrazione nel mondo giovanile post ideologico di Gennaccaro, chi intravede che possa far cambiare direzione agli italiani delusi?
Domanda troppo difficile. Occorrerebbe qualcuno in grado di lanciare un messaggio politico chiaro. Ma senza insultare o attaccare solo i diversi come a destra. Uno o una che possa far tornare a sognare un mondo possibile.

Ha detto poco…
Eh sì, lo so.













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