montagna

Trento Film Festival, il pubblico premia l’epica conquista di una vetta sul Gran Sasso e la storia del custode di un telescopio in Valle D'Aosta

I premi Miglior Film di Alpinismo – Rotari a “Monte Corno - Pareva che io fussi in aria” (foto) e Miglior Lungometraggio – DAO a “Segnali di vita”



TRENTO. Oltre ai premi ufficiali attribuiti dalla Giuria internazionale e ai quindici riconoscimenti speciali, il Trento Film Festival assegna ogni anno anche due premi del pubblico. Il pubblico del Festival ha potuto votare nell’area MyTFF del sito web, assegnando un numero di genziane che corrisponde ad un voto da 1 a 5. La somma dei voti ha decretato i due vincitori dell’edizione 2024.

Il Premio del pubblico Miglior Film di Alpinismo – Rotari è andato a Monte Corno - Pareva che io fussi in aria di Luca Cococcetta (Italia/2024/72'). Il film racconta la vicenda di Francesco De Marchi, che il 19 agosto del 1573 scala, con una piccola spedizione, la vetta impervia e rocciosa del Corno Grande, sul Gran Sasso, realizzando un’impresa epica per il suo tempo: raggiungere una vetta per la curiosità di salire su quella che lui riteneva essere la montagna più alta d’Italia. Narrato dalle stesse parole di Francesco De Marchi, con una dettagliata ricostruzione, il film racconta la scalata attraverso immagini spettacolari della salita sulla roccia calcarea del Corno Grande. Classe 1982, Luca Cococcetta nasce e studia a L’Aquila. Nel 2008 vince le selezioni per corso propedeutico di regia del Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma e dal 2010 inizia a produrre cortometraggi e documentari con la sua casa di produzione Visioni Future.

Il Premio del pubblico Miglior Lungometraggio – DAO è stato assegnato invece a Segnali di vita di Leandro Picarella (Italia, Svizzera/2023/106'). A Lignan, villaggio di poche anime nella Valle di Saint-Barthelemy in Valle D'Aosta, un Osservatorio Astronomico scruta i cieli ogni notte. Come un campanile o un faro, il grande telescopio scandisce il tempo della piccola comunità montana. In autunno, l'astrofisico Paolo Calcidese si trasferisce nella struttura come unico custode e abitante per portare avanti le proprie ricerche scientifiche e sperimentare nuove tecnologie. A causa di un incidente tecnico sarà costretto a mettere da parte gli astri e la solitudine per dedicarsi ad altre forme di vita finora non considerate: gli esseri umani. Leandro Picarella è un regista e sceneggiatore siciliano. Il suo primo lungometraggio, Triokala (2015), ottiene numerosi riscontri in Italia e all'estero. Successivamente scrive e dirige Epicentro, presentato in anteprima alla 75° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia - Settimana della critica. Segnali di vita è il suo terzo lungometraggio













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