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Una poltrona per tre: sfida all’ultimo voto per il collegio “italiano”

Gli aspiranti senatori Bosatra, Mayr e Spagnolli a confronto, ospiti della redazione dell’Alto Adige. Totale incertezza sui risultati, scintille sulla candidatura Svp


Francesca Gonzato


BOLZANO. Previsioni? «Impossibile farne». Quindi «ce la giocheremo voto per voto». I sondaggi nazionali non aiutano. «Non riescono a entrare in una realtà particolare come la nostra».

Maurizio Bosatra (centrodestra), Manfred Mayr (Svp) e Luigi Spagnolli (centrosinistra e Team K) sono considerati i candidati favoriti nell'elezione del senatore del collegio Bolzano-Bassa Atesina.

Proprio la decisione della Svp di sganciarsi da ogni accordo con il centrosinistra, sostenendo da sola un proprio candidato, ha reso di nuovo contendibile il collegio. E i tre se la giocano.

Ospiti della redazione dell'Alto Adige, Spagnolli, Mayr e Bosatra hanno avuto ieri uno dei pochi confronti diretti di questa veloce e anomala campagna elettorale di Ferragosto. Hanno risposto alle domande del direttore Alberto Faustini, di Francesca Gonzato e Sara Martinello della Cronaca di Bolzano.

Collegio di Bolzano, la sfida tra Bosatra, Spagnolli e Mayr: così vogliono convincere gli elettori

Gli aspiranti senatori del collegio di Bolzano – Maurizio Bosatra (centrodestra), Manfred Mayr (Svp) e Luigi Spagnolli (centrosinistra/Team K) - a confronto. Così vogliono convincere gli elettori.

Campagna anomala, posta alta: l'unico collegio che può incrinare l'en plein sognato dalla Svp.

E proprio sui rapporti con la Stella alpina la discussione ha vissuto i momenti più tesi. Per il resto i tre candidati veleggiano tra correttezza, qualche puntura e affabilità.

«Come sostiene Luigi...», «Ho detto a Maurizio...». In attesa del gran finale, la notte 25 settembre, a urne chiuse. Tale l'incertezza sul risultato, rivela Spagnolli, «che abbiamo fatto una scommessa: chi vince, paga la cena agli altri».

Sono nove i candidati in corsa per il seggio senatoriale che verrà lasciato libero da Gianclaudio Bressa, eletto nel 2018 grazie al patto tra Pd e Svp. Accanto a Mayr, Spagnolli e Bosatra, una sola donna, Stefania Gander (Azione-Italia Viva), e poi Renzo Roncat (M5S), Hannes Loacker (Vita), Ivo Fiorenza (Italia sovrana popolare), Michelangelo Zanghi (Unione popolare) e Otto Mahlknecht (Freiheitlichen).

Il lombardo Bosatra (già commissario leghista in Alto Adige) è sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia, Forza Italia e «Noi moderati». Spagnolli, ex sindaco di Bolzano, ha con sé Pd, socialisti, Verdi, Sinistra Italiana e il Team K con +Europa. Mayr, sindaco di Cortina sulla Strada del vino, rappresenta la vittoria della Bassa Atesina, che ha preteso un proprio candidato, dopo l'esperienza del 2018 con Bressa (Senato) e Maria Elena Boschi (Camera).

«Avremmo perso altri voti, dopo quelli fuggiti nel 2018», ribadisce Mayr. Pd da un lato e centrodestra dall'altro hanno sperato nella desistenza della Svp, cioè la rinuncia a candidarsi. «Sono dinamiche interne della Svp», chiude il discorso Spagnolli. Ma Bosatra non ci sta: «Mayr, quando a Roma avete bisogno ci chiamate. Poi a Bolzano vi trincerate dietro la vostra "autonomia". Vi conosco». A proposito di autonomia speciale, ancora Bosatra, «la sua difesa non è una prerogativa Svp». Secondo Spagnolli «a Roma se ne devono occupare persone preparate. Io lo sono». Si vota per Roma, sapendo che il nuovo governo potrà fare la differenza nei rapporti con Bruxelles. Mayr scandisce: «Dobbiamo difendere i valori fondamentali dell'Europa unita».













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