L'addio

Alta Venosta, il prete parte: niente più messe in italiano 

A tre anni dal suo insediamento, padre Johnson Pathiyil va in missione in Tanzania. Il suo arrivo aveva risollevato il morale dei credenti: a Malles il decano celebra solo in tedesco


Bruno Pileggi


MALLES. A distanza di tre anni dal suo insediamento, padre Johnson Pathiyil lascia la val Venosta alla volta della Tanzania, dove andrà in qualità di rettore a dirigere il seminario di teologia per la formazione di nuovi sacerdoti. La sua partenza lascia un vuoto nella comunità dei credenti del gruppo linguistico italiano, che negli ultimi tre anni si sono affezionati al prete, l’unico a celebrare la messa nella lingua di Dante. Il decano e il cooperatore stabili a Malles infatti dicono messa solo in tedesco: ora la speranza è che al più presto sia nominato un degno sostituto di padre Johnson.

Come padre Matthew Kozhupakalam e il padre superiore Joseph Thazhathkunnel, giunti a Silandro insieme a lui nell’estate del 2018, padre Joseph fa parte della congregazione di san Francesco di Sales ed è nativo dello stato del Kerala, nell’India meridionale. Dal 1996 al 2014 ha operato in una missione in Tanzania. Il 28 luglio 2001 è stato ordinato prete nel suo paese e nel 2014 si è recato a Roma per studiare teologia. Inizialmente sarebbe dovuto restare in Alta Venosta solo un anno, poi però ci si è fermato per altri due.

Fin dal suo arrivo in Venosta ha fatto breccia nei cuori dei tanti fedeli di Silandro e di Malles, dove per carenza di sacerdoti erano state sospese esclusivamente le funzioni domenicali in lingua italiana. La sua presenza è stata salutata subito con gioia dall’intera comunità dell’alta Venosta, da Silandro al passo Resia. Dividendosi tra Silandro e Malles, si muoveva soltanto in treno. E con puntualità cronometrica, prima della pandemia, al suo arrivo le chiese dei due paesi si riempivano di fedeli, lieti di poter finalmente assistere alle funzioni in italiano di cui erano stati privati per lungo tempo.

«Lascio una comunità di fedeli molto unita – ci dice visibilmente commosso a tre giorni dalla sua partenza per la Tanzania –. In mezzo a loro ho avuto la possibilità di migliorare le mie competenze linguistiche. Ora parto per il mio viaggio di missionario, destinazione Tanzania: ci resterò tre anni, poi eventualmente si valuterà il rinnovo della mia presenza in missione. Ma porterò nel mio cuore un pezzo della val Venosta, dove ho avuto l’opportunità di conoscere persone ricche di vera fede cristiana».













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