Avifauna, a Tirolo cure  per 300 volatili l’anno 

Il caso. L’ok in consiglio provinciale a una mozione per un pronto soccorso per animali selvatici  Willy Campei di Gufyland: «Volontariato, ma anche entrate derivanti da esibizioni e contributi»



Tirolo. Non c'era soltanto il centro di recupero di animali selvatici a Bolzano. Ma esiste anche Gufyland a Tirolo, alle porte di Merano. Il centro bolzanino è chiuso dal 2019 e di recente una mozione di Rita Mattei della Lega è stata approvata dal consiglio provinciale: chiedeva una sorta di contributo provinciale per garantire l'attività del centro. A Tirolo invece il centro recupero avifauna continua ad essere aperto e soprattutto a funzionare bene. La conferma viene da Willy Campei che l'ha aperto nel 1989. «Gufyland funziona egregiamente perché non si gestisce solamente con il personale volontario che è assolutamente prezioso in questo settore. Abbiamo alternato le cure agli animali che ci vengono portati con l'attività dimostrativa di volo. L'incasso che ricaviamo da questa attività ci serve per far quadrare i conti. Si aggiunga un prezioso contributo provinciale che facilita il nostro lavoro».

Gli animali curati ogni anno sono circa 300. «Molti di loro li abbiamo salvati, per altri purtroppo non c'è stato nulla da fare». La collaborazione con il centro bolzanino è sempre stata costante. Ed anche produttiva, dice Campei: «Gli animali da curare non mancano mai. Mi auguro sinceramente che il centro bolzanino torni presto all'attività. Certo è che basandosi sul solo ruolo dei volontari sarà difficile per loro continuare nell'impegno».

Fondato nel 1989 "Gufyland" si occupa di protezione e cura di uccelli e rapaci. Ogni anni vengono portati al centro circa 300 uccelli feriti. La metà di questi può essere nuovamente rilasciata dopo le cure mentre gli altri trovano una nuova casa in una delle 24 voliere del centro. Il centro è visitabile con circa 300 metri di percorso naturalistico e didattico. Si tengono dimostrazioni di volo: è possibile veder volare aquile, avvoltoi, falchi, gufi e poiane. Molti di questi uccelli passano sopra le teste dei visitatori. Un'esperienza che è stata fortemente ridimensionata a causa della pandemia da Covid 19. «L'estate scorsa abbiamo lavorato soltanto quattro mesi rispetto ai sette soliti. C'è stato un crollo delle visite guidate, anche le scolaresche non hanno potuto fare le visite guidate cui erano abituate. Gli incassi sono diminuiti con tutte le conseguenze facili da immaginare. Adesso siamo chiusi fino alla fine di marzo - conclude Campei - quando speriamo che siano terminate le restrizioni per la pandemia e si possa riaprire per consentirci la nostra attività che è ben accolta anche dai turisti». E.D.

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