Avventure a passo Resia per gli scout liguri

Curon venosta. Avventura nei boschi di Curon Venosta per un gruppo di 17 giovani scout Agesci di Sarzana, in provincia di La Spezia, intenzionati a fare tappa al Bunker 20, a circa 2 mila metri di...


Bruno Pileggi


Curon venosta. Avventura nei boschi di Curon Venosta per un gruppo di 17 giovani scout Agesci di Sarzana, in provincia di La Spezia, intenzionati a fare tappa al Bunker 20, a circa 2 mila metri di quota sopra passo Resia, per vedere la sorgente dell’Adige.

La loro tabella di marcia era costellata di fermate nelle varie località della Venosta segnalate dalla giovanissima Beatrice, che già conosceva la valle. Nel bosco il gruppo è stato però colto da un violento acquazzone che ha impedito loro di proseguire il cammino. Di qui la decisione di accamparsi in una radura, «ma dato che non riuscivamo a cucinare – raccontano i responsabili – abbiamo portato l’automobile di sostegno cento metri oltre il cartello di divieto di transito. La mattina seguente l’amara sorpresa: un agente della Forestale arrivato su un trattore guidato da un’altra persona ci ha multati, rimproverandoci poi per esserci accampati. Noi abbiamo provato a spiegare che saremmo ripartiti a breve, ma ci è stata comminata una sanzione di 75 euro».

Alle esperienze poco simpatiche se ne sono aggiunte altre, decisamente più positive. Nei pressi di Pramajur, frazione di Malles, sorpresa nuovamente da un temporale ai piedi del monte Watles la comitiva ha incontrato un contadino a bordo di un trattore. Questi li ha accompagnati al proprio fienile, dove i giovani scout hanno potuto passare la notte. Dopo essersi sdebitati rassettando e pulendo la cucina, hanno quindi ripreso il cammino verso passo Resia, non senza una breve visita al convento di Santa Maria, a Burgursio.

«Arrivati al Passo abbiamo chiesto indicazioni per il Bunker 20 nell’ufficio dell’associazione turistica del posto – riprendono –, imbattendoci proprio nel presidente, Gerald Burger, che con grande cortesia ci ha spiegato diverse cose. Per esempio ci ha fatto notare che nei pressi del bunker si possono vedere il famoso Vallo alpino del littorio, lo sbarramento di passo resia coi cosiddetti “denti del drago” e il pian dei Morti, di cui nessuno di noi aveva mai sentito parlare. Uno spettacolo nello spettacolo e un’accoglienza di tutto rispetto. Sulla strada del ritorno, infine, non poteva proprio mancare la foto ricordo del Bunker 20, insieme a quella del campanile di Curon Venosta».













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