Con la serie su Netflix Resia si specchia nell’effetto Braies 

Televisione e turismo. In onda dal 10 giugno: ritorno d’immagine fra speranze e dubbi


Jimmy Milanese


Curon. Con la serie “Curon”, in onda a partire dal 10 giugno sulla piattaforma Netflix, la quiete del piccolo comune di Curon Venosta rischia di venire letteralmente sconvolta da un fenomeno che molto ricorda le vicende del lago di Braies quando nel 2011, dopo il lancio della serie TV “Un passo dal cielo”, la suggestiva località si trasformò in frequentatissima meta turistica. Con piacere per chi di turismo vive e un certo disappunto tra gli abitanti della valle. Certo, molto del successo in Italia della serie era dovuto alla presenza di un attore come Terence Hill in una cornice naturale eccezionale, ma quello che sta per accadere a Curon supera e di molto quei confini nazionali che in Venosta, terra di confine, hanno un significato particolare. Infatti, il campanile del 1357 che emerge dalla superficie del lago di Resia sarà protagonista di sette episodi che porteranno Curon e la Val Venosta in ben 190 paesi.

Tre i mesi di riprese per un set che si è spostato da Curon a Malles, ma anche a Bolzano, sul lago di Caldaro e a San Felice, per una produzione del gigante americano Netflix che può contare su oltre 182 milioni di utenti sparsi in tutto il mondo.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione, rigorosamente su una piattaforma online, cast e produttori hanno spiegato di essere stati rapiti dall'immagine di quel campanile che emerge dall'acqua e in questa si specchia. «La serie Curon nasce da Curon», ha spiegato Giovanni Galassi, uno tra gli sceneggiatori che ha contribuito a riportare in vita la tradizione italiana del dramma soprannaturale seriale, abbandonato da decenni. «Sotto quel lago c'è una storia», ha sottolineato Ilaria Castiglioni, manager per le serie italiane di Netflix, la quale ha rivelato come la sola vista della locandina ritraente il campanile sarà un richiamo internazionale per il pubblico, verso quello che oggi viene definito genere “supernatural drama” dove mistero, leggenda e realtà si fondono per dare vita a un racconto capace di trasportare gli spettatori in un viaggio alla scoperta di se stessi e della propria identità. «Il mistero è nel fatto che quel nuovo paese di Curon oggi si specchia nel vecchio abitato sommerso di Curon», ha ricordato Galassi, spiegando come questo elemento sia una metafora della storia dell'Alto Adige intero, nel quale un passato austroungarico convive con una realtà italiana da alcuni percepita come oppressiva.

Anche tra il cast, non sono mancate le parole di elogio per la nostra provincia: «Terra clamorosamente meravigliosa», ha affermato Luca Lionello, uno dei protagonisti. Meravigliosa ma che ama la tranquillità, in particolare nella profondità di una valle come la Venosta, che dopo la messa in onda potrebbe venire stravolta da quella che ha tutte le caratteristiche per essere la più importante produzione filmica mai realizzata nella nostra provincia, con il sostegno di IDM Film Fund &Commission.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

l’editoriale

L’Alto Adige di oggi e di domani

Il nuovo direttore del quotidiano "Alto Adige" saluta i lettori con questo intervento, oggi pubblicato in prima pagina (foto DLife)


di Mirco Marchiodi

Attualità