Con “Ramadan” in Bulgaria Mandolesi vince ancora 

Un nuovo riconoscimento. Al festival internazionale dei film storici amatoriali di Shumen il regista 87enne ha ottenuto il premio per la fotografia del suo documentario girato in Marocco



Merano. Rolf Mandolesi ora può annoverare tra i tanti riconoscimenti che in sessant’anni di attività gli sono stati assegnati anche il premio per la miglior fotografia dell’International Festival of the Amateur Historical Films della città di Shumen, in Bulgaria. Vincente, ancora una volta, si è rivelato il suo documentario “Ramadan”, che con l’occhio sensibile e attento di Mandolesi fa entrare lo spettatore nella vita delle persone di fede musulmana durante il nono mese del calendario islamico.

Nato nel 1933 a Milano, Mandolesi si è trasferito a Merano nel 1956, dove per 32 anni ha lavorato come odontotecnico nello studio Singer. Ha iniziato presto a dedicarsi alla cinematografia indipendente, realizzando decine di opere spesso incentrate sui grandi temi politici dagli anni Sessanta in poi. I suoi film ricalcano un mezzo secolo meranese e altoatesino nell’occhio della storia italiana, facendone una critica garbata attraverso l’uso della metafora, anche quando si tratta della questione italiana in Alto Adige.

Per realizzare “Ramadan” invece è andato in Marocco, a scoprire e a far scoprire come sia vissuta la fine del mese dedicato al digiuno e alla preghiera. E il suo occhio, la sua fotografia, le significative immagini che è riuscito a cogliere gli sono valsi il premio assegnato dalla municipalità di Shumen nell’ambito di un festival nato cinquant’anni fa e giunto quest’anno alla ventesima edizione consecutiva. La manifestazione ha visto scorrere sui propri schermi 972 film bulgari, cui nel 2003 hanno iniziato ad aggiungersi pellicole internazionali con la partecipazione, finora, di 92 autori stranieri con 179 opere. Una giuria composta da professori e registi di rilievo premia chi sviluppa e divulga il cinema amatoriale, chi incoraggia la cooperazione culturale internazionale realizzando opere che stimolano l’interesse per la storia e contribuisce a promuovere Shumen e la sua regione come meta del turismo culturale.













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