Il coronavirus si porta via don Gianni Cosciotti 

Il lutto. Il sacerdote era in Terapia intensiva a Bressanone da diversi giorni. Aveva 71 anni In prima linea con La Strada, parroco di Santo Spirito fino al 2014 e in precedenza a Lana



Merano. Grave lutto per la comunità cittadina. Ieri all'ospedale di Bressanone è morto, stroncato dal Covid-19, don Gianni Cosciotti, ex parroco di Santo Spirito e sacerdote da tutti apprezzato.

Nativo della provincia di Roma, aveva 71 anni. Don Gianni era stato a Santo Spirito dal 2006 al 2014 prima di lasciare la guida della parrocchia a don Gioele Salvaterra. Benché in pensione dava una mano a don Gioele e agli altri sacerdoti del decanato di Merano. Era stato colpito dal terribile virus una trentina di giorni fa ma nelle ultime ore la sua salute, nel reparto di cure intensive dell'ospedale di Bressanone, sono peggiorate fino alle morte sopravvenuta nella giornata di ieri.

L’esperienza a La Strada.

Don Gianni era arrivato come parroco a Santo Spirito il 16 settembre 2006 dopo un periodo a La Strada («una bellissima esperienza grazie ad un progetto che funzionava») e altri otto anni a Lana «dove avevo ripreso ad insegnare e dove mi sono trovato benissimo. La comunità italiana è bene radicata sul territorio». Aveva subìto un delicato intervento chirurgico, che aveva superato bene, ma aveva chiesto al vescovo di prendere la decisione di sostituirlo. «Sono contento - aveva detto don Gianni - perché non ero più in grado di assumermi le responsabilità di un compito tanto gravoso. Adesso, che divento collaboratore per tutte le parrocchie di lingua italiana del decanato, mi sento come liberato di un peso che, dopo l'intervento, non riuscivo più a svolgere con la necessaria vigoria fisica».

L’attenzione verso i giovani.

Era felice dell'esperienza fatta a Santo Spirito: «In questa parrocchia mi sono fatto degli amici che apprezzo e spero sia altrettanto di loro nei miei confronti. È stata un'esperienza positiva, valida sotto tutti gli aspetti». Aveva un occhio particolare nei confronti dei giovani e faceva della mediazione il suo principale pregio. Amava dire: «Ho sempre evitato l'origine di conflitti che non portano da nessuna parte. Credo di aver insegnato ai miei parrocchiani la virtù di cercare il più possibile di andare d'accordo. Se ci sono riuscito? Io penso proprio di sì. E ne vado fiero».

Il ricordo.

Lo ricordano per il suo impegno a favore dei giovani e degli emarginati l'attuale parroco don Gioele e Giorgio Balzarini, ex vicesindaco legato al mondo parrocchiale di Santo Spirito, che evidenziano «la dedizione con cura e passione delle varie problematiche, anche le più difficili da sbrogliare. Era vicino a questa gente ed è stato un grande esempio per tutti».

Don Gianni era anche un cacciatore. Gli piaceva cacciare il camoscio anche se negli ultimi tempi aveva dovuto rinunciare a questa sua passione. Lo piangono anche i cacciatori meranesi per i quali, oltre che un collega, era diventato anche un grande amico. E.D.















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