STORIE

Il malgaro venostano ha coronato il sogno di diventare pilota 

Il 27enne di Laudes Dominik Paulmichl tra terra e cielo: «Per pagare la scuola mi sono rimboccato le maniche»


di Sara Martinello


MERANO. Ogni notte in una piccola frazione di Malles qualcuno sogna di solcare i cieli del mondo, alla scoperta di nuovi orizzonti e di terre lontane. Dominik Paulmichl, di Laudes, ha 27 anni e un brevetto di pilota conquistato con anni di studio rigoroso: ora è pronto a volare. Ma non dimentica le sue radici venostane, tanto che per pagare la salatissima retta della scuola per piloti di Innsbruck ha appreso il mestiere del malgaro, che continua a esercitare con passione.

Da Laudes a Innsbruck: come si diventa aviatori provetti?

«Dopo la scuola media ho frequentato le superiori a Silandro, dove ho studiato informatica. Quasi quattro anni fa ho cominciato la scuola per piloti di Innsbruck, la Flywest, in una classe di soli quattro studenti. Le materie di studio erano dodici, tutte in inglese: via radio si parla in inglese, ed è importante conoscere tutta la terminologia tecnica. Ho imparato anche a gestire le emergenze. A Vienna mi sono sottoposto a test medici, dagli esami di vista e udito a quello psicologico. In più molte prove sono fatte col simulatore di volo, come anche l’esame finale: tre partenze, tre atterraggi, e infine il brevetto».

Ma nel frattempo ha fatto anche altro.

«Sì, se al mondo i piloti di aerei di linea sono pochi il motivo è che le scuole costano molto. A Innsbruck ho pagato 80 mila euro per i quattro anni di studio: mio padre lavora in fabbrica, mia madre è parrucchiera, quindi non volevo pesare sulle loro spalle. Così sono partito con tutti i miei sogni e mi sono dato da fare. Dopo un corso per imparare a fare il malgaro, in Svizzera, con la mia fidanzata, un bambino di Laudes e un pastore ho preso in gestione una malga a 2000 metri d’altitudine a Davos, nel Cantone dei Grigioni».

Un modo originale per racimolare tutti quei soldi. Senza contare che Davos è una delle mete del turismo d’élite.

«Devo dire che il costo della vita è elevatissimo. Ma anche gli stipendi posso arrivare al triplo o al quadruplo rispetto a quelli della Venosta. Nelle malghe si può guadagnare il necessario e mettere da parte qualcosa, a patto che ci si rimbocchi le maniche. Abbiamo 95 mucche e 70 vitelli, per una produzione che ogni anno arriva alle 7 tonnellate di formaggio e ai 700 chili di burro. E no – sorride –, non abbiamo visto né il lupo né l’orso».

Adesso, dopo Davos, si potrebbero aprire le porte di qualche cabina di pilotaggio, e sarebbe il quarto venostano a guidare aerei di linea: dove le piacerebbe andare?

«Vorrei tanto vedere il Canada, poi si vedrà. Per ora devo aspettare di essere assunto da qualche compagnia, ho presentato domanda anche a privati, a compagnie che offrono voli charter e ad aziende che operano nel settore business. Gli elicotteri non sono nelle mie corde, preferisco le tratte più lunghe, sebbene questo significhi doversi sottoporre a periodi di riposo più lunghi. Mi piacerebbe lavorare per la Tyrol Air Ambulance, un servizio di aeroambulanza che trasporta negli ospedali austriaci i degenti che si trovano i Paesi lontani».

Mentre aspetta di diventare copilota, Dominik Paulmichl studia alla facoltà di Scienze motorie dell’università di Innsbruck. Se tutto andrà bene, fra poco tempo sarà lui, il ragazzo di Laudes col sogno di volare, a portare i passeggeri da un continente all’altro. Così, dalla curiosità e dalla fatica, è nato un viaggiatore.

 













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